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Analisi atmosferica del 20 Luglio 2011: Squall Line

1 Ottobre 2011, ore 8:00

Abbiamo introdotto in questo articolo la peculiarità del 20 luglio, nonostante quest’estate abbia presentato ben più di un’occasione da analizzare; non ci ripeteremo sul perché analizziamo proprio quella del 20 luglio e vedremo piuttosto quali sono state le peculiarità principali.

Analisi dal satellite

 

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Il sistema nuvoloso si presenta alle 9 UTC con la forma tipica a spirale dei cicloni sul confine tra Francia e Italia. Al centro del ciclone sono presenti nubi causate da onde di Lee, mentre a ovest della Sardegna la nuvolosità è molto alta e compatta (stiamo analizzando il canale del Visibile). La parte d’Italia direttamente interessata ed esposta alla struttura centrale del fronte è concentrata sul Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta.

Unire l’immagine del canale infrarosso e l’altezza di geopotenziale a 500 hPa è molto utile. Possiamo notare alle ore 12 UTC la divergenza del flusso d’aria alla latitudine di Torino, il che aiuta notevolmente nella formazione di correnti ascendenti (quindi un incentivo per la nascita di cumulonembi). Inoltre, questa combinazione è un ausilio per la determinazione dell’immediato spostamento del corpo nuvoloso: il “braccio” del ciclone si estende in maniera longitudinale da nord verso surd ma si sposterà verso nord-est / est. Possiamo individuare anche una zona con forti venti grazia alla maggiore vicinanza delle isoipse: a ovest della Sardegna.

Analisi massa d’aria e nubi

 

L’analisi dell’RGB permette di individuare eventuali strutture convettive. Questa composizione è ottenibile dal sito del SATREP. Possiamo individuare delle celle temporalesche a ovest della Sardegna e alcune più piccole sul Piemonte. La linea nuvolosa al Centro Italia, invece, sembra innocua.

Grazie all’elaborazione delle Precipitating Clouds (prossima immagine) possiamo controllare la probabilità che per un certo range di intensità ci sia effettivamente la possibilità di precipitazione. Quindi non sappiamo con certezza se pioverà o meno, o se ci sono precipitazioni più forti sicuramente in un posto piuttosto che in un altro ma solamente delle indicazioni. Possiamo notare quanto l’instabilità sia più pronunciata sulla zona che va dal versante occidentale della Sardegna fino alla Corsica, con più celle temporalesche che costituiscono un vero e proprio fronte. Un po’ di instabilità è presente anche sul Piemonte e Valle D’Aosta.

Più una nube è fredda più sarà alta. Più una nube sarà alta e instabile più alta sarà la probabilità di individuare cumulonembi e quindi temporali. La zona più perturbata sarà ancora una volta quella del versante occidentale della Sardegna. Sul Piemonte notiamo che, sebbene prima non avessimo trovato un’alta probabilità di precipitazione, possiamo trovare nubi molto fredde.

Il minimo che troviamo nell’elaborazione grafica è di circa 200 K, ovvero -73°C. Questo, insieme alla prossima immagine, ci fa ben pensare: sappiamo che in condizioni standard il limite della troposfera raggiunge una temperatura di circa -56°C e durante l’anno possiamo assistere a normali fluttuazioni intorno a questo valore. Ma arrivare a quasi -20°C rispetto al valore medio è un chiaro segnale che le correnti convettive del cumulonembo sono riuscite a “rompere” la stabilità dell’inversione termica della tropopausa, entrando tranquillamente in stratosfera. Per effettuare ciò c’è bisogno di una quantità di energia molto elevata.

Analizzando quindi la prossima elaborazione grafica vediamo che il fronte presenta nubi molto alte nella parte più avanzata (quella linea che attraversa Sardegna, Toscana, Emilia Romagna), attribuibili sicuramente a cirri. In seconda linea troviamo nubi che vanno da 8.000 a 10.000 metri e in terza linea, la parte più instabile, si supera abbastanza bene la tropopausa. La terza linea, quella più instabile, riesce ad arrivare sulla Liguria.

Analisi dinamica

 

L’analisi della pressione al suolo, accompagnata dalla stima delle precipitazioni, è molto eloquente: possiamo localizzare i minimi barici proprio dove c’era la più alta instabilità atmosferica e le precipitazioni non mancano. Purtroppo gran parte di questa pioggia può cadere sul mare e sulle Alpi occidentali. Tuttavia, a causa di un effetto di compressione sul lato francese delle alpi, si viene a creare un minimo sottovento (potete notarlo voi stessi nella mappa). Questo aiuterà moltissimo nell’evoluzione subito successiva alle 12 UTC, quando su Torino si è scaricato un ferocissimo temporale con 49 mm in circa un’ora.

Evoluzione nubi e movimento scariche elettriche

Terminiamo con due elaborazioni (grafica meteoam.it, immagini unite da noi) che ci mostrano il movimento del fronte e la distribuzione delle scariche elettriche.

Nell’ultima animazione riuscite a trovare l’orario del temporale a Torino? 11.15 UTC, insomma intorno all’ora di pranzo. A mio parere è molto interessante la linea continua di fulminazioni medio – forti che troviamo a ovest della Sardegna: tutta la struttura complessiva fa pensare alla presenza di una squall line. Dopo tutto, dopo il passaggio frontale vi è aria fresca, come è testimoniato dalla delta theta-e  del giorno dopo(prossima immagine).