Molto probabilmente non tutti si sono accorti cosa è successo la notte tra 8 e il 9 Novembre 2011. Per pura casualità verso la mezzanotte decido di dare un’occhiata al Meteosat e subito mi salta all’occhio una formazione ciclonica nell’Adriatico centrale, che dalla veloce osservazione delle carte non mi sarei aspettato.
Incuriosito da quanto vedevo decido di capire cosa stava accadendo. Osservando la carta sinottica e le proiezioni per l’Europa dei modelli appena aggiornati non si vedeva nulla di particolare, nessun minimo al suolo e apparentemente neanche in quota.
Ma passando a i lam si iniziarono a intravedere alcune delle cause di questa curiosa circolazione ciclonica in Adriatico.Vediamo cos’era successo; si era isolata una piccola goccia fredda in quota alla quale era associata una lieve diminuzione del geopotenziale.
Inoltre osservando le carte dei venti a 975, 925,850 e 700 hpa si notava una rotazione della colonna d’aria, indice di wind shear verticale. Questo paramento è particolarmente utile per la formazione di celle temporalesche, se la variazione dei venti con l’aumentare della quota ruota in senso orario favorisce l’ascesa dell’aria verso l’alto e di conseguenza l’instabilità. Questo è chiamato shear positivo, la situazione opposta con venti che ruotano in senso antiorario con l’aumentare della quota è detto shear negativo, il quale tende a schiacciare l’aria al suolo e quindi a non favorire la convezione. Infine osservando la mappa qui di fianco si può notare che la struttura era perfettamente baroclina. Argomento già trattato precedentemente qui e qui.
Successivamente la struttura ciclonica muovendosi verso Est Nord Est ha impattato con i monti Croati producendo un piccolo minimo orografico, per poi esaurendosi definitivamente nelle prime ore della mattinata del 9.
Articolo a cura di Luca Mennella