Navigando per il web, sempre in cerca di materiale per placare la mia fame di “meteo”, mi sono imbattuto in un proverbio delle vallate piemontesi che recita cosi : ” Le valanghe cadono dove sono sempre cadute,dove non sono mai cadute e dove non cadranno mai più.”
In effetti i proverbi hanno sempre una base di verità, infatti non è possibile prevedere ogni singola valanga ( o slavina che dir si voglia). Tuttavia però è possibile inquadrare le circostanze atmosferiche, le caratteristiche relative alla morfologia del terreno ma soprattutto l’apporto di neve fresca che ne favoriscono il distacco.
Stando alle statistiche il maggior numero dei casi è stato registrato a quote che oscillano tra i 1700 e i 2200 metri di altezza con pendii che superano un inclinazione di 22 gradi, in media hanno una velocità che oscilla tra i 40 e gli 80 km/h ma possono raggiungere anche velocità di gran lunga superiore talvolta sfiorando i 300 km/h ( come se fosse una monoposto di formula 1 ! )
Il distacco di queste enormi quantità di neve, ( La pressione della massa nevosa può variare da alcune tonnellate fino ad un centinaio di tonnellate per metro quadrato ! ) avviene per sollecitazioni eccessive sulla massa nevosa.
Queste sollecitazioni sono dovute a copiosi apporti di neve fresca, dall’ azione del vento oppure per la diminuzione delle forze interne di coesione che si verificano il più delle volte in seguito ad una diminuzione di temperatura dopo una nevicata o maggiormente con rapido e sensibile rialzo termico dovuto all’arrivo di correnti calde e umide ( caso molto frequente sulle nostre Alpi).
Inoltre le valanghe possono essere provocate anche accidentalmente, come il passaggio trasversale al pendio di uno sciatore ma anche la caduta di pietre,un forte tuono.
Questi fenomeni, per quanto spettacolari possano essere, molte volte seminano morte e distruzione. Si stima che dal 1965 al 1985 sono state più di 2000 le vittime in tutto l’arco alpino.
Fortunatamente però negli ultimi anni le valanghe sono state oggetto di studi approfonditi è di conseguenza si sono adottate misure di prevenzione, soprattutto nei comprensori sciistici dove il flusso di vacanzieri è alto, sono state fatte opere di incanalamento,deviazione , rallentamento e arresto delle valanghe ma anche gallerie per strade e ferrovie e barriere protettive per i villaggi.
Inoltre è stata stilata anche una scala europea per il pericolo valanghe :
- DEBOLE: il manto nevoso è in generale ben consolidato e stabile. Il distacco è generalmente possibile solo con un forte sovraccarico su pochissimi pendii ripidi estremi. Sono possibili solo piccole valanghe spontanee (cosiddetti scaricamenti); contraddistindo dal colore verde.
- MODERATO: il manto nevoso è moderatamente consolidato su alcuni pendii ripidi, per il resto è ben consolidato. Il distacco è possibile soprattutto con un forte sovraccarico sui pendii ripidi indicati. Non sono da aspettarsi grandi valanghe spontanee; colore giallo.
- MARCATO: il manto nevoso presenta un consolidamento da moderato a debole su molti pendii ripidi. Il distacco è possibile con un debole sovraccarico soprattutto sui pendii ripidi indicati. In alcune situazioni sono possibili valanghe spontanee di media grandezza e, in singoli casi, anche grandi valanghe; colore arancione.
- FORTE: il manto nevoso è debolmente consolidato sulla maggior parte dei pendii ripidi; il distacco è probabile già con un debole sovraccarico. In alcune situazioni sono da aspettarsi molte valanghe spontanee di media grandezza e, talvolta, anche grandi valanghe; colore rosso.
- MOLTO FORTE: il manto nevoso è in generale debolmente consolidato e per lo più instabile. Sono da aspettarsi numerose grandi valanghe spontanee, anche su terreno moderatamente ripido; colore rosso e nero.
Piccolo consiglio: prima di avventurarsi in montagna per una bella sciata diamo sempre un occhio al bollettino di previsione delle valanghe.
Buona neve a tutti !
A Cura di Gaetano Genovese