Una saccatura molto fredda con profondo minimo depressionario in area ellenica, scivolerà sul bordo orientale dell’alta pressione,andando ad interessare principalmente area balcanica e Grecia.
Produrrà moderato maltempo il 6 e in parte anche il 7 Gennaio solo al centro-sud, con venti molto forti (isobare strettissime attorno al centro di bassa pressione) specie sulle regioni meridionali, e nevicate fino a bassa quota (500-600 metri) sul basso versante adriatico e intorno ai 1000 metri su Calabria e Sicilia.
Proprio i venti saranno sicuramente l’emento saliente. Le regioni più colpite dalla tempesta saranno sicuramente quelle adriatiche, in particolare la Puglia, ma anche, in maniera minore la Calabria, la Basilicata, la Campania e la Sicilia.
Le isobare più strette le ritroviamo prorio nell’area ionica e basso adriatica. Vedendo anche le mappe di previsione dei venti al suolo (10 metri), possiamo notare come il Molise e la Puglia, in particolare versante adriatico, siano le zone interessate dai venti più forti, che toccheranno stando alle previsioni, i 18-20 m/s, quindi anche i 60-70 km/h.
Ma raffiche di velocità superiore, fino a 80-100 km/h non sono da escludere.
(Ricordiamo un rapido calcolo per convertire i m/s in km/h: 3,6 x il valore in m/s = valore in km/h)
Valori diffusi intorno ai 10-15 m/s sul reso del centro-sud.
Un attenuazione dei venti al centro è prevista dalla sera-notte del 6 e quindi per la giornata del7, quando continuerà la tempesta, stavolta con venti prevalenti di tramontana, sull’Italia meridionale, Puglia in primis.
Il vento andrà inevitabilmente ad acuire la sensazione di freddo sulla pelle umana: e qui introduciamo il concetto di wind chill, cioè la temperatura del vento. O meglio ancora la risultante dell’azione combinata della temperatura dell’aria e dell’intensità-velocità del vento stesso.
Minore è la temperatura dell’aria e maggiore è la velocità del vento, proporzionalmente maggiore sarà anche il valore del “wind chill” (WCI*).
Vi è una formula per il calcolo dell’indice di freddo, in presenza di venti forti (superiori ai 10 m/s circa).
E’ la formula di Siple e Passel (1945) qui di seguito inserita
Dove: WCI è il valore che vogliamo ottenere, Ta è la temperatura dell’aria (in °C),V è la velocità del vento (in m/s)
Usiamo ora questa formula per calcolare (approssimativamente) il wind chill per la giornata del 6 Gennaio
Utilizziamo il valore di 20 m/s, previsto sulle coste e zone prossime alla costa adriatica e su alcune zone della Calabria. (Anche in Molise abbiamo valori molto vicini ai 20).
Come temperatura dell’aria nelle zone di costa avremo 9-10 gradi, qualche grado in meno nelle zone più interne. Questo naturalmente di giorno. Consideriamo quindi una temperatura di 8 gradi.
Il risultato sarà di circa -6,5. Con un calo termico fino a 6°C e vento ancora intorno ai 20 m/s, il valore scende a -10!
Ricordiamo che secondo la classificazione di Siple e Passel, valori fra -1 e -10 determinano condizioni di disagio e fastidio per l’uomo, valori inferiori a -10, fino a -18, condizioni di elevato disagio. Fra -18 e -29 si parla addirittura di possibile congelamento. (Gli effetti variano anche a seconda della capacità di resistenza umana)
Classificazione completa
Nessun Disagio: WCI > 10
Lieve Disagio: 10 ≥ WCI > -1
Disagio: -1 ≥ WCI > -10
Elevato disagio: -10 ≥ WCI > -18
Possibile congelamento: -18 ≥ WCI > -29
Congelamento: -29 ≥ WCI > -50
Rapido congelamento: WCI ≤ -50
Si può quindi facilmente dedurre che in città come Bari, Barletta, o Termoli, e altre città costiere o comunque dove il vento sisperà molto forte, si potranno raggiungere valori inferiori a -5, e localmente vicini ai -10, quindi condizioni di disagio.
Laddove la temperatura dovesse essere vicina allo 0, e il vento intorno ai 15 m/s, ad esempio sui rilievi interni del Molise, della Puglia e della Basilicata, sopra i 500-600 metri, il wind chill toccherebbe anche i -15
*Acronimo di WIND CHILL INDEX
Articolo a cura di Francesco Ladisa