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Analisi sulle cause dei temporali del 9.1.12 in Abruzzo

10 Gennaio 2012, ore 12:06

Ieri in Abruzzo durante tutta la giornata si sono susseguiti brevi e intensi passaggi temporaleschi, a fine  evento si sono registrati accumuli intorno ai 10 mm nella provincia di Pescara e  fino a 20 in quella  di Chieti, rovesci sparsi nelle restanti province. La quota neve grazie all’intensità dei fenomeni si è spinta  fino alla bassa  collina , imbiancando sul pomeriggio anche la città di Lanciano (275 m.s.l.m.) con accumulo non superiore al cm.

Il peggioramento è  iniziato nelle prime  ore  del mattino producendo il passaggio temporalesco meglio organizzato e esteso della giornata, infatti in quelle ore l’atmosfera risultava particolarmente baroclina.

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L’atmosfera viene definita  baroclina  quando il gradiente di pressione e quello di densità risultano non essere paralleli (isobare che  si intersecano perpendicolarmente alle isoterme).In questa situazione il gradiente di pressione esercita la stessa  forza su elementi di fluido a densità diversa imprimendogli di conseguenza delle accelerazioni diverse. Queste  accelerazioni fanno si che  il gradiente  di densità tende ad allinearsi a quello di pressione inducendo una rotazione nella struttura del fluido  generando vorticità. (Argomento già trattato qu). Quanto appena detto risulta particolarmente evidente nelle due  mappe soprastanti.

 A rendere la situazione ancora più instabile  in quelle ore  sono stati valori di temperatura  potenziale equivalente negativi con l’aumentare della quota. Più precisamente dalla mappa della delta theta-e che  rappresenta la differenza di temperatura potenziale tra due  quote isobariche, ovvero 850 hpa e 500 hpa.

La temperatura  potenziale non è altro che la temperatura che  assumerebbe  una  particella d’aria se  portata adiabaticamente  alla quota di riferimento di 1000 hpa, ne consegue che se abbiamo delle variazioni negative di questo parametro il gradiente ambientale  risulta minore di quello adiabatico secco e  di conseguenza l’atmosfera risulta potenzialmente instabile. Infine dalle mappe dei venti al suolo si può notare una linea di convergenza che  favorisce  l’ascesa della massa d’aria, e, dalla mappa dell’umidità a 850 hpa si notano discreti apporti di umidità e velocità verticali che  prendono la stessa  forma  della linea di convergenza, ulteriore conferma dell’instabilità da essa generata.  (Per un approfondimento clicca qui)

Infine  dall’immagine  satellitare (sotto) possiamo notare la formazione  delle due celle temporalesche (sempre  in corrispondenza della linea di convergenza) che trasportate  dai venti in quota da NE hanno colpito l’abruzzo durante  le  prime  ore  del mattino.

Il passaggio temporalesco mattutino è risultato più esteso e  intenso di quelli avuti durante  tutta  la giornata  perchè oltre  allo scivolamento verso sud  della saccatura durante  il pomeriggio sono venuti a  mancare valori  degli indici temporaleschi (non mostrati) come  il  Lifted index e  il Whiting index che durante  il mattino risultavano  medi e alti per  il periodo.

Articolo e foto a cura  di Luca Mennella