In questi ultimi giorni a causa della forte indeterminazione dei modelli matematici gli animi dei meteo-appassionati hanno alternato colpi di gioia a forte malcontento. Oggi attraverso una comparazione delle proiezioni dei principali centri di calcolo cercheremo di capire quando e con quale intensità sarà coinvolta l’Italia e il Mediterraneo durante il peggioramento del prossimo week end.
In particolar modo terremo in considerazione il run 00 di ECMWF , GFS, UKMO e GEM. La situazione a 96 h appare ormai ben delineata da quasi tutti i modelli, ciò è particolarmente evidente anche nelle proiezioni Ensemble di GFS che mostrano un buon grado di predicibilità. Sulle seguenti basi possiamo ritenere che la situazione barica mostrata per il prossimo week end è abbastanza sicura. Configurazione che vede l’ennesima colata Artica scivolare velocemente da Nord a Sud, con la formazione di un minimo barico sulle regioni centrali in veloce spostamento sullo Ionio e successivamente verso l’Egeo.
Dal grado di predicibilità mostrato delle Ensemble e dall’allineamento di quasi tutti i modelli (sotto) appaiono improbabili ulteriori Est shift dell’impianto barico, che nonostante la velocità dell’avvezione risulta ben strutturato sia in quota (- 30° C) che al suolo (-3/-4° C), di conseguenza rispetto a gli ultimi peggioramenti risulterà meno avaro in termini precipitativi e le zone maggiormente interessate saranno le Alpi di confine e le regioni Centro Meridionali.
Ora andiamo a osservare cosa ci propongono i modelli matematici (in basso) a 120 h, distanza temporale oltre la quale in queste situazione è meglio non spingersi. ECMWF vede una ripresa di vorticità del vortice Canadese, quindi è bene aspettarsi un aumento di geopotenziali in sede Atlantica con consequenziale successiva provabile spinta verso latitudini più basse del nocciolo freddo situato tra Inghilterra e Norvegia. UKMO molto simile ma con figure bariche più forti e organizzate e leggermente più spostate a Ovest. GFS invece anticipa leggermente, inoltre vede il vortice Canadese praticamente inesistente e l’anticiclone che spancia sull’Europa provocando consequenzialmente un Est shift della colata Artica con marginale interessamento delle regioni Adriatiche. GME risultà l’unica voce fuori dal coro che già dalle 96h propone un impianto barico molto più occidentale con un maggior e più duraturo interessamento della penisola.
Effettuando una considerazione di tipo statistico sui modelli considerati e gettando un occhiata alle ENS dei vari modelli, la visione più corretta è quella fornita da ECMWF e UKMO che è anche quella lascia intuire maggiori provabilità di un secondo passaggio perturbato di origine Artica. A causa dell’alta indeterminazione mostrata dai modelli in questi ultimi giorni e alle complesse fasi dinamiche in atto i prossimi aggiornamenti risulteranno particolarmente importanti per definire quale sarà il vero target della seconda colata Artica. Aggiornamenti che saranno sicuramente trattati e approfonditi dalla redazione.
Articolo a cura di Luca Mennella