Abbiamo più volte riaffermato come il continuo incepparsi dell’inverno 2011-12 fosse da addebitarsi alle dinamiche stratosferiche che prima avevano espresso un VP compatto e freddissimo (stratcooling) responsabile di una prima parte di inverno mite e anticiclonico per lo più. Poi con successivi riscaldamenti (minor warming) aveva definito riprtute destabilizzazioni dello stesso con onde in successione che hanno determinato veloci passate instabili sul centro sud principalmente.
La scorsa settimana abbiamo invece assistito ad un deciso cambiamento della circolazione generale con rallentamento del jetstream in sede europea e isolamento di un nucleo gelido sui Balcani responsabile delle rigidissime temperature registrate fino a ieri l’altro sulla Pianura Padana. Ora il getto riprende temporaneamente la sua forza, ma le stesse dinamiche stratosferiche responsabili fino agli inzi di gennaio della forza del VP, ora iniziano ad indebolirlo sempre più determinando ondulazioni sempre maggiori della corda atlantica, che nel corso delle ultime 24 ore hanno determinato una prima irruzione artica con target la Jugoslavia e la Turchia occidentale e fra 72 ore ne determineranno molto probabilmente un’altra.
Reiterazione artica dunque, con precipitazioni che questa volta, fra martedi notte e mercoledì mattina potranno colpire anche Emilia orientale e Romagna (nevicate prossime alla pianura ancora però da confermare) ma che avrà come target principale ancora una volta il meridione con neve possibile su Molise Puglia e Lucania oltre i 400m, Campania oltre i 600m e su Sicilia e Calabria oltre gli 800m. Seguirà probabilmente un nuovo periodo di alta pressione con temperature molto rigide al nord dove si riproporranno estese gelate.
Il futuro poi probabilmente sarà determinato da una presenza sempre più invadente di una figura barica assente dal suolo europeo ormai da almeno 6 anni: l’anticiclone termico siberiano che potrebbe diventare il vero protagonista del resto della stagione invernale, ma come al solito saranno necessarie molte conferme prima di vendere la pelle dell’orso…quello russo.
A cura di Marco Lubelli