L’inverno fino ad oggi ha deluso molti e ha latitato, come vedremo, anche in Europa.
Dalle mappe sotto riportate si nota come dal 1 dicembre 2011 il flusso zonale a metà atmosfera (500hPa) sia stato estremamente intenso e alto di latitudine ricadendo, direzione sudest, sui Balcani grazie anche all’imponente fascia alto pressoria che stabilmente ha interessato l’Europa occidentale e anche gran parte dell’Italia.
Di conseguenza le temperature non potevano non risultare superiori alla norma (riferimento trentennio 1981-2010) su tutto il continente con anomalie importanti, oltre 2-3°C, nelle aree continentali: anomalia impressionate sulla Russia e ancora di più nei pressi del mare di Barents, di seguito si capirà il perché. Più freddo, e non di poco, nel nord Africa come testimonia la nevicata inusuale, ma non così rara, di qualche giorno fa nel Sahara algerino.
Potrete notare come la ventilazione meridionale in superficie sia risultata inferiore alla media sulle nazioni affacciate sull’Atlantico orientale e sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo mentre, al contrario, sull’Europa orientale, maggiormente in Russia e sul mare succitato, i venti meridionali sono stati predominanti nel periodo analizzato (01/12/2011-19/01/2012).
Rimane abbastanza critica la situazione delle precipitazioni per la penisola Iberica e l’Italia centrosettentrionale. Grazie alle correnti atlantiche l’Europa centrosettentrionale ha registrato piogge e neve oltre la media come accaduto anche sul settore centro-orientale del Mediterraneo.
Pure gli oceani hanno rilevato temperature oltre le medie, anche in questo caso, specie nelle zone subpolari.

Anomalie di geopotenziale a 500hPa, di temperature al suolo, di venti zonali e venti meridionali sull'Europa. Reanalisi NCEP/NCAR.
Facendo uno zoom sull’Italia si vedono come le anomalie positive a livello termico interessino tutta la nazione ma siano più marcate al Centro-nord. Difatti se si escludono le “normali” gelate notturne e le giornate di ghiaccio causate dalla persistenza della nebbia questa zona d’Italia non ha vissuto vere fasi di stampo invernale.
La pressione media rilevata al suolo sull’area di nostro interesse è stata più alta del normale proprio a causa di un anticiclone onnipresente appena a ovest dell’Italia che ha lasciato sfilare correnti settentrionali sul sud Italia e Grecia con la comparsa non rara del fohn al nord.
Come scritto anche qui le precipitazioni cumulate sono state molto scarse sull’Italia eccetto in qualche area del meridione.
Nell’articolo sulle proiezioni invernali è possibile riscontrare qualche segnale che indicava una parte stagionale secca e mite seppur non fosse un fattore univoco nelle varie emissioni e avesse una diversa disposizione temporale. Però probabilmente la seconda parte stagionale sarà diversa da quella appena conclusa.
A cura di Sante Barbano