Gelo e neve a Febbraio? Gli scenari futuri iniziano a farsi davvero interessanti meteorologicamente parlando.
Dopo l’imminente ondata fredda che sta per interessare il Settentrione, con apporto di aria umida che determinerà copiose nevicate fino a bassa quota (qui e qui due articoli) grazie al cuscino freddo formatosi nei giorni scorsi, con temperature decisamente rigide, si prospetta un fine mese-inizio di Febbraio gelidi per gran parte d’Europa, e probabilmente anche per l’Italia.
L’anticiclone Russo, che denota un forte raffreddamento su Russia e zone limitrofe nei bassi strati, garantirà nelle prossime ore la formazione di un imponente serbatoio di aria fredda sull’Est europeo.
Secondo gli ultimi aggiornamenti appare probabile (al momento stimiamo una percentuale di realizzazione del 50-60 %) una reiterazione di matrice prettamente continentale con correnti gelide che da est andrebbero ad interessare anche l’Europa più occidentale e quindi la nostra Penisola, fra il 28 e i primi di Febbraio, con possibili lunghe “conseguenze fredde”.
Non è altrettanto facile, ed è presto anche per sentenziare percentuali, che lascerebbero il tempo che trovano, stabilire dove il freddo andrebbe maggiormente a colpire. Nord, centro, o sud? Chi prima e chi dopo? Domande premature.
Un passo importante, anzi, direi determinante per spalancare le porte ad una seria ondata di gelo, che potrebbe, vista la potenzialità e la vastità del freddo, e la presenza di determinate figure bariche, assumere generali connotati storici, è sicuramente l’alta pressione oceanica che è vista in rinforzo nel medio termine (qualche giorno prima della fine del mese): valori di 1020-1025 hpa sono previsti in pieno Atlantico, a ovest dell’area iberica, e valori ben superiori fino alla Scandinavia e, come detto, alla Russia e addirittura alle zone polari.
L’innesco a retrogressioni continentali verso i Balcani e il Mediterraneo dipenderà proprio dalla disposizione di tale figura altopressoria, se riuscirà e soprattutto come riuscirà ad innalzarsi verso nord-est. Maggiore sarà la spinta verso nord-est, (ideale sarebbe la coniugazione proprio con l’alta scandinava-russa), più probabile sarà la risposta verso sud-ovest del gran serbatoio freddo, sospinto proprio dall’anticiclone termico.
Questa cartina del modello matematico americano GFS, ci mostra una classica configurazione, non molto frequente, con ponte (Wejkoff) altopressorio che si estende dall’Atlantico alla Russia settentrionale e oltre.
Un poderoso nocciolo gelido freddissimo nei bassi strati, prende la strada balcanica, scorrendo sul bordo sud-orientale dell’hp russo-scandinavo.
Solitamente, in presenza di una configurazione barica del genere, è facile che, qualora le masse d’aria gelida si spingano fino al Mediterraneo, siano le zone adriatiche e del centro-sud, ad essere interesssate dal freddo più intenso e soprattutto dalla neve, per l’esposizione più diretta e meno ostacolata dall’orografia (catene montuose). Si ha quindi un ingresso franco di isoterme fredde (con gradiente termico ristretto, tipico dell’aria continentale) da est, con il Nord più a riparo, grazie all’influenza dell’Alta pressione.
Questo non vuol dire che lo scenario appena descritto sia l’unico possibile, soprattutto considerando il passaggio di una saccatura, che si evolverà poi in goccia fredda, sull’Italia fra il 28 e il 29. Sappiamo bene che le gocce fredde sono, proprio perchè “isolate” di difficile previsione negli effetti e nelle traiettorie. Una lp bassa, che va a disporsi fra Tirreno meridionale e Ionio, poi in naturalmente spostamento verso sud-est, funge da attrazione per il freddo verso le zone del centro-sud (scenario al momento più probabile). Più difficile, ma non impossibile, la formazione e la stasi più settentrionale e occidentale di una bassa pressione che coinvoglierebbe gran freddo e precipitazioni anche al Settentrione e N-W.
Insomma, depressioni che “cambiano” di poche centinaia di chilometri, in un paese così complesso e vario, dal punto di vista orografico e climatico, come l’Italia, possono far variare anche di molto previsioni di freddo e neve sulla nostra penisola.
Dunque, solo poche ore prima dell’evento (in genere 24-48 ore), si può affermare con buone probabilità di riuscita dove farà più freddo e nevicherà.
Per ora soffermiamoci sull’Evento, perchè potrebbe avere la “e” maiuscola, e vediamo se l’Italia potrà beneficiare dei frutti di questo forte raffreddamento Europeo dei prossimi giorni, che grande merito lo deve ad un deciso rallentamento dell’azione ciclonica polare, e ad un ritrovato HP russo.
Ai prossimi aggiornamenti.
Francesco Ladisa