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Allerta Meteo: quale filosofia c’è dietro?

1 Febbraio 2012, ore 20:18

ALLERTA METEO! Quante volte abbiamo letto queste due parole su internet o sui giornali? Innumerevoli. Ma cosa c’è dietro? Cosa spinge un previsore meteo a emanare un’allerta meteo?

Bisogna innanzitutto capire cos’è una previsione meteo e quali difficoltà porta con sé. A tal proposito vi invito a leggere questo post. Il problema non è la precisione con cui l’interpretazione dei modelli e/o prodotti di nowcasting portino a una previsione meteo, bensì quali benefici e/o quali disagi potrebbe portare la conoscenza che un certo fenomeno possa verificarsi o meno.

Il concetto è semplice e ha purtroppo sia un un limite, purtroppo economico, sia una forte dipendenza dal bisogno effettivo della previsione del tempo. Non solo: bisogna distinguere la previsione sbagliata e dannosa dalla previsione sbagliata e non dannosa.

Facciamo qualche esempio per chiarire meglio.

Ho la necessità di sapere che tempo faccia perché la mamma deve stendere il bucato (bisogno effettivo) e prevedo bel tempo. Il danno economico che si avrebbe se la previsione risultasse errata è il costo di un nuovo lavaggio in lavatrice, quindi bene o male non vi è una forte perdita economica e al massimo la domenica successiva non avrò la nostra mega porzione di lasagna.  Mettiamo, però, che abbiamo previsto maltempo e che la mamma decida quindi di non stendere i panni ma di aspettare. In tal caso se la previsione fosse errata non vi sarà stato nessun danno economico ma solo un minimo disagio (un semplice rinvio temporale per stendere i panni). Questo è un caso di previsione errata e non dannosa.

Un esempio più “serio”. Vi è un forte pericolo per il 4° giorno di previsione che su una strada molto trafficata di una importante città cadano 30 cm di neve; tuttavia, viste le 96 ore che ci separano dall’evento, nutriamo ancora molti dubbi. Ci sono quindi tre possibilità più ricorrenti: si emana un’allerta meteo di “alto livello” con il dettaglio oppure una normale allerta meteo generica oppure non si emana un bel niente (magari aspettando “run” migliori). Qual è la procedura più corretta? Qual è la procedura più cautelativa? La previsione corretta e quella cautelativa sono sempre le stesse? Belle domande… Accade che:

– se si emana un’allerta meteo di alto livello e si verifica l’evento siete dei gran meteorologi (o molto fortunati, o entrambe le cose), non vi è danno economico e vi sono molti benefici (si evitano disagi per la circolazione, non vi sono incidenti, ecc), allo stesso tempo il rischio di sbagliare è elevatissimo;

– se si emana un’allerta di alto livello e non si verifica l’evento vi diranno che avrete “toppato” alla grande, il danno economico sarà alto e non vi sarà alcun beneficio dalla vostra previsione;

– se si emana un’allerta generica e si verifica l’evento allora sarete stati cauti, avrete messo in allarme il “sistema” in modo tale da potergli dare l’occasione di muoversi per l’occasione, non vi sarà forte danno economico (certo è che più è alta la precisione migliori sono i mezzi per ovviare al disagio) e vi saranno buoni benefici;

– se si emana l’allerta generica e non si verifica l’evento non avrete “toppato” molto (quindi un po’ di stima ci sarà ancora! Ma non durerà in eterno se sbaglierete di continuo…) e le perdite economiche per ovviare ai possibili disagi non saranno stati elevati (ma quanto meno accettabili) e i benefici anche qui saranno pochi se non nulli;

– non si emana niente quindi nessuno vi prenderà in considerazione; comodo ma inutile (cambiate mestiere).

Da questa analisi bisognerebbe cercare quindi il “minimo” del disagio (economico e/o sociale) e allo stesso tempo il massimo del beneficio ma soprattutto mettere al riparo la propria previsione non rischiando troppo. È chiaro che come macro possibilità la migliore è senz’altro la seconda, quindi in generale emanare un’allerta meteo quando vi sono buone possibilità che un evento si verifichi (anche se non sono le migliori) è senz’altro la pratica più giusta, se non almeno quella più conveniente sia a livello cautelativo sia a livello di correzione (rischio di sbagliare).

Esiste, come già detto, il limite economico. Se la posta in gioco fosse elevata (un costo cautelativo a 6 zeri per intenderci che potrebbe diventare con la stessa probabilità una forte perdita) quanto sareste in grado di rischiare? Purtroppo in questi casi il nostro “compromesso” rischia di cadere per molteplici motivi (alcuni anche politici e/o culturali), i quali rendono il lavoro sempre più raffinato dei meteorologi quasi inutile

Voi sareste in grado di rischiare la vostra “poltrona” in casi del genere? Discutiamone insieme

Giancarlo Modugno