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Previsione dei temporali attraverso gli indici temporaleschi in primavera

23 Marzo 2012, ore 18:00

PREVISIONE DEI TEMPORALI. Arriva la primavera e iniziano i tipici temporali di origine convettiva, ovvero provocati dall’instabilità atmosferica legata al maggiore riscaldamento e solitamente questi fenomeni si ritrovano più facilmente sui rilievi. In genere si possono formare per l’eccessiva energia immagazzinata negli strati più bassi dell’atmosfera, soprattutto in Estate, oppure dopo giornate abbastanza calde quando sopraggiunge aria più fresca in quota (abbassamento dell’altezza di geopotenziale). Il periodo della giornata in cui è più probabile trovare questi fenomeni è il pomeriggio, quando le temperature sono più alte ed è più facile raggiungere la temperature d’innesco del temporale.

Come si fa la previsione dei temporali? Esistono una serie di indici che descrivono lo stato della stabilità o instabilità atmosferica e permettono di capire se un temporale ha la “forza” (fisicamente meglio dire “l’energia“) per nascere e quindi portare precipitazioni.

Per la giornata del 24 Marzo 2012 (esempio a sinistra) ci sono buoni presupposti per la formazione di temporali al Centro Sud. Tuttavia non è detto che valori alti degli indici temporaleschi portino fenomeni temporaleschi e allo stesso tempo non è detto che bassi valori di CAPE non portino fenomeni temporaleschi (a volte risultano anche abbastanza intensi). Ogni indice o grandezza fisica porta con sé informazioni che vanno analizzate caso per caso, zona per zona. Inoltre, la mappa delle precipitazioni è l’ultima a dover essere osservata per ottenere una previsione precisa.

Per la previsione dei temporali quel che si cerca di ottenere è una “media” di situazioni favorevoli attraverso le considerazioni sui vari indici e grandezze fisiche. Per esempio è fuori da ogni dubbio che le zone più favorevoli siano quelle appenniniche perché interessate da buoni valori sia del Thompson, sia del Whiting sia della Delta Theta-E.  Andando nello specifico, le zone più favorevoli all’interno dell’Appennino sembrano quelle dell’Appennino campano e lucano, situazione confermata anche dal Lifted Index.

Il CAPE è basso sull’Appennino, quindi guardando esclusivamente questa grandezza non avremmo la concezione del fatto che potrebbe esserci instabilità pomeridiana lungo l’Appennino. In realtà e in genere basterebbe anche poca energia rinchiusa tutta negli strati più bassi per innescare il temporale, in presenza di altri indici favorevoli, sempre che il CIN non sia troppo inibitorio (quindi basso).

Dall’analisi dell’ultima mappa, il CIN, si può analizzare le zone dove l’instabilità favorevole per gli altri indici trova una sorta di “blocco”. In genere questa si presenta bene distribuita lungo l’Appennino tranne localmente sull’Abruzzo e sull’Appennino Campano, quindi molto probabilmente saranno le uniche zone dove potremmo dare la previsione di temporale con un buon grado di precisione.

PREVISIONE DEI TEMPORALI. Potete trovare altre articoli al seguente link temporali e qui Il temporale: genesi e caratteristiche di un tipico fenomeno estivo

A cura di Giancarlo Modugno