Un nuovo corso di Laurea in Meteorologia si apre in Italia, per la precisione a l’Aquila. La notizia viene dal sito del giornale della Protezione Civile, sebbene erroneamente lo si indichi come “la prima laurea magistrale in fisica dell’atmosfera e meteorologia”: difatti esistono già vari corsi in Italia, come a Roma, Torino, Napoli e Bologna. Secondo errore è che l’Italia sia indietro e in ritardo rispetto agli altri Paesi: forse la presenza di questi insegnamenti sarà ancora agli “esordi”, dopo una decina e più di anni in cui questi corsi sono attivi, ma la qualità è sempre stata molto alta, visto che questi corsi nascono principalmente in facoltà di Fisica e si sa che i corsi italiani sono tra i più completi e ambiti al mondo.

Il Professor Guido Visconti
LA NUOVA LAUREA IN METEOROLOGIA A L’AQUILA. La buona notizia è che gli studenti che si iscriveranno a L’Aquila, essendo zona terremotata, non pagheranno le rette ma le relative lezioni verranno svoltre a Roma, presso l’università de La Sapienza. Si spera, a notizia del professore Guido Visconti, ordinario in Fisica dell’Atmosfera e Oceanologia nonché noto climatologo e scrittore di numerosi libri, che questo nuovo corso venga aperto già da Novembre, altrimenti si slitterà all’anno prossimo. Secondo il professore, è deleterio non avere un ente unico in Italia che svolga il servizio di previsione e prevenzione meteorologia: difatti è tutto delegato all’Aeronautica Militare, alle strutture regionali della Protezione Civile e alle varie agenzie ARPA. A questo punto sarà veramente impensabile, aggiungiamo noi, che in un periodo di crisi come questo si possa solamente iniziare a gettare le basi per la progettazione di un sistema simile: poterne solamente immaginare la presenza significherebbe togliere una parte della gestione alle strutture già presenti (quindi FONDI e posti di lavoro) e indirizzarli al nuovo servizio, tenuto conto del fatto che un nuovo ente avrebbe comunque bisogno di un enorme fondo iniziale per partire. Questo solo se si pensasse di farlo “pubblico”. Quindi, perdonate il pessimismo, ma una struttura del genere prima dei prossimi 20 anni sarà difficile vederla né tanto meno immaginarla.
Non per creare polemica ma gli studenti di Fisica dell’Atmosfera e Meteorologia, come me, non hanno riscontrato molta verità nel corso degli anni in discorsi come quelli citati nell’articolo “… Ma su 450 docenti universitari di fisica, in Italia, solo tre si occupano di fisica atmosferica. La nuova laurea dovrebbe quindi colmare un vuoto ed aumentare il numero dei ricercatori nelle università o in istituti come l’Ignv, il Cnr, l’Asi o l’Esa…”
In realtà non sono tre ma molti più, anche se spesso questi corsi vengono delegati a professionisti esterni, come dell’Aeronautica o dei vari CNR, visto che alla fine il budget universitario sta diminuendo sempre più, tanto da far chiudere addirittura interi corsi (vedasi il caso di Bologna o di Ferrara, per non parlare di Napoli e Torino dove i corsi sono stati in gran parte “accorpati” per far fronte alla crisi di fondi e quindi non si possono fare tanti “approfondimenti”). Collegandoci, quindi a questo punto, è assai “vile” creare tante attese nei giovani che tanto amano questa scienza per poi arrivare alla fine degli studi accorgendosi che se si vuole effettuare un percorso “universitario” bisogna emigrare: certo, perché con questa “crisi” entrare all’università, all’iNGV, al CNR, ecc ecc è un vero terno al lotto e non è raro che nelle graduatorie riescano a vincere persone che tornano dall’estero, con le quali un “neo laureato” ha poche speranze di vincere visto il curriculum. E quando ce la si fa, in concorsi in cui possono entrare pochissime persone (e i concorrenti non pensiate che siano così pochi), lo stipendio è da fame, il che fa pensare non poco se ne valga la pena o no rimanere.
Detto ciò non si vuole affatto screditare il pensiero altrui né tanto meno dare una “botta” di pessimismo ai nuovi iscritti o a chi abbia l’intenzione di iscriversi, anche perché la meritocrazia fino a un certo limite esiste e chi studia bene prima o poi viene premiato. Ma è quel “prima o poi” che preoccupa: il sistema in cui si vorrebbe lavorare non è “stabile” e basta poco per ritrovarsi senza niente per molto tempo.
Colgo l’occasione per invitare tutti gli studenti (laureandi, laureati e alle prime armi) di Fisica dell’Atmosfera, Meteorologia e Oceanografia in Italia a rispondere al nostro sondaggio (contattateci qui) per poter esprimere il proprio parere su come sono stati organizzati in Italia i corsi che hanno seguito e di come li hanno effettivamente preparati al mondo del lavoro.
Infine, giusto perché in fondo quelli che studiano questa scienza e chi ha l’onore di poter avere un lavoro affine ne hanno un minimo di considerazione e la rispettano, si scrive LAUREA IN METEOROLOGIA e non METEREOLOGIA. Segnatevelo, per favore, giornalisti e non.
SONDAGGIO SUGLI STUDENTI DI FISICA DELL’ATMOSFERA E METEOROLOGIA
Giancarlo Modugno