Recenti studi, attraverso osservazioni e modelli di simulazione, hanno mostrato che l’orografia può avere una notevole influenza sulle perturbazioni atmosferiche, modificandone la pendenza, velocità di avanzamento e fenomeni ad esse associati. Quando un fronte incontra una catena montuosa, può essere fortemente ritardato se:
- il fronte è superficiale;
- la differenza di temperatura lungo il fronte è grande;
- velocità del vento normale al fronte è bassa;
- l’atmosfera è stabilmente stratificata.
Se un fronte caldo incontra una catena montuosa, nella zona sopravvento si ha un arresto della parte inferiore del fronte (cioè l’aria fredda compresa tra il suolo e il top dell’ostacolo orografico). L’aria calda, quindi, sale su quella fredda provocando formazioni nuvolose e precipitazioni. Sul lato sottovento non ci sono fenomeni e riprendono vita a una certa distanza dai rilievi.
Quando invece un fronte freddo incontra una catena montuosa, l’aria calda situata davanti al fronte è costretta a salire rapidamente lungo il pendio della montagna ed è seguita dal fronte freddo. Sul lato sopravvento si formano nubi a carattere cumuliforme con precipitazioni, mentre sul lato sottovento giunge aria secca (foehn) e non ci sono fenomeni meteorologici. Anche in questo caso il fronte riprenderà consistenza a una certa distanza dalla catena montuosa.
In italia le condizioni meteorologiche sono fortemente condizionate dalla presenza delle Alpi e Appennini. È stato osservato che quando un fronte freddo si muove verso l’Italia, rimane bloccato in gran parte a nord delle Alpi e riesce ad avanzare solo ai lati della catena alpina: una parte si muove verso il Golfo di Trieste e l’altra parte verso il Golfo del Leone. Il fronte si ricollega a sud delle Alpi e riprende cosi il suo cammino verso sud.
Articolo a cura di Alberto Spedicato