Cosa c’è nella mente dei meteoman e dei meteoappassionati? Viaggio “psicologico” nel mondo della meteorologia… Ma quanti mondi ha la meteorologia?
C’era una volta la meteorologia, una scienza per alcuni inesatta e altri non proprio una scienza. Qualcuno di voi avrà seguito la diatriba pubblica tra le varie aziende che trattano prodotti meteorologici, discussa nel post “I nomi dei cicloni e degli anticicloni: la bufera mediatica“, mentre la maggior parte delle persone è completamente all’oscuro del complesso quanto affascinante (nonché strano) mondo della meteorologia perché desidera esclusivamente usufruire dei prodotti meteorologici finali. Tuttavia pochi conoscono effettivamente questo mondo e molto spesso soprattutto coloro che pensano di farne parte in qualche modo (purtroppo).
La meteorologia è una di quelle scienze i cui “argomenti” e “fenomeni” sono a diretto contatto con tutta la popolazione mondiale ed è per questo che quasi tutti sentono di potersi esprimere almeno con un’opinione personale, benché la conclusione sia pressocché sempre la stessa: “non si capisce niente di questo tempo”.
Diversi mondi paralleli di una stessa realtà
Questa non è una caratteristica esclusiva della meteorologia ma riguarderà sicuramente molte altre discipline: a seconda della propria preparazione in ambito scientifico, del proprio livello culturale, dell’interesse e dell’ambiente in cui si ha la possibilità di crescere culturalmente si può appartenere a uno dei seguenti “meteo mondi paralleli“:
- gente comune di qualsiasi grado culturale ma non interessata alla meteorologia se non alle previsioni del tempo finali;
- meteo appassionati;
- commercianti in ambito meteorologico e ambientale;
- studenti, universitari e dottorandi;
- docenti universitari, ricercatori e professionisti del settore meteorologico.

Una rappresentazione del mondo aristotelico attraverso l'etere (fortunadrago.it)
Le 5 “Meteo Sfere”. Come si allacciano questi mondi?
Sarà una cosa molto strana ma man mano che si sale di “livello” la consapevolezza di quanto sia infinito lo scibile non ancora svelato diventa sempre maggiore; ancora più bizzarra è, invece, la coscienza di questa consapevolezza: andando verso il “basso” non è raro ritrovarsi in casi in cui i soggetti sono estremamente sicuri di sé tanto da creare teorie e convinzioni molto forti e “incoscienti”, ma che perdono “punteggio” se messe di fronte alla realtà proposte dagli studiosi.
Sul web nascono i meteo-gruppi. Il “credo” e lo “scopo” psicologico: il mio mondo è meglio del tuo…?
Perché questo preambolo? Si potrebbe parlare per ore della “struttura” di questo mondo e avremo cura di farlo in altri articoli. Quello con cui vogliamo allacciarci è, invece, la mania quanto mai eccentrica degli appartenenti al punto 2) e 3) di far credere al resto del “meteo mondo” di essere i migliori, tanto quanto basta da illudersi di potersi “marchiare” e solo per questo far credere di essere gli unici o almeno i più accreditati depositari della conoscenza e informazione meteorologica.
Sappiamo benissimo, invece, che questo è un mondo in cui l’umiltà è l’unico mezzo per raggiungere la “cima dell’atmosfera” e provocare bellissime “tempeste di conoscenza”. Tuttavia è puramente psicologico il meccanismo che porta a queste manifestazioni umane abbastanza ridicole (anche se effettivamente l’autosuggestione porterà a far credere che le motivazioni sono sincere e gli ideali molto validi).
Il Credo e lo Scopo, meccanismi puramente umani. Solo l’uomo è capace di questo meccanismo: io “credo” di essere o avere il meglio, partendo dal mio spazio personale (luogo di per sé creatore di sicurezz, una specie di rifugio psicologico), perché ho uno “scopo” preciso. Lo scopo può essere di vario tipo ed è riscontrabile in parecchi ambiti in cui vi è un senso di appartenenza a una bandiera o a un gruppo (sport, politica, patriottismo, ecc) ma si va sul sicuro se si pensa alla volontà di “sbaragliare” gruppi simili avversari per far automaticamente far salire di livello il proprio prodotto, solo per il semplice motivo che si è screditato quello altrui.
Un esempio. Fateci caso: se in uno scontro verbale A dice a B, suo collega, che è un inetto e incompetente, non sa fare il proprio lavoro e che invece A è migliore per molti aspetti. La vostra primissima reazione a livello istintivo quale sarà? Non tanto credere che A abbia ragione (perché non ne avete le prove) bensì che B effettivamente potrebbe essere stato screditato e che abbia perso valore. Così funziona anche nella meteorologia: “le nostre previsioni e articoli meteorologici sono migliori dei vostri o di quell’azienda che si comporta così”. Se, inoltre, non avrete voglia oppure la possibilità di controllare che A sia veramente il migliore, un salto nel suo “gruppo” lo farete volentieri.
La realtà è che queste persone semplicemente manifestano uno scarso senso di sicurezza per l’appunto creato da una barriera nascosta, la quale separa la realtà esterna (un mondo troppo vasto per essere conosciuto) dalla propria realtà personale (una conoscenza estremamente limitata) che è tipica di chi rimane fermo nella propria “meteo-sfera”.
A cura di Giancarlo Modugno