Inquinamento atmosferico antropico – Il degrado ambientale causato dall’attività umana.
Inquinamento atmosferico antropico – Si definisce inquinamento atmosferico la presenza nell’atmosfera di sostanze che producono effetti, principalmente dannosi, sugli esseri viventi e quindi anche l’uomo. Tali sostanze non dovrebbero essere presenti, o ne dovrebbero ma in minore quantità, nella naturale composizione dell’aria, ma ciò è dovuto all’attività umana di produzione di materiali ed energie utili alla vita dell’uomo. Parliamo di sostanze di scarto aeriforme prodotte dall’ampio utilizzo di veicoli con motore a scoppio, industrie, centrali termoelettriche, combustibili per il riscaldamento domestico a scapito dell’emissione di idrocarburi incombusti, monossido di carbonio, ossidi di azoto (principalmente sotto forma di monossido) e materiale particellare, cioè un insieme eterogeneo di particelle solide e liquide che, a causa delle ridotte dimensioni, tendono a rimanere sospese in aria. Gli effetti di questo inquinamento sono riscontrabili al livello visivo, dell’ecosistema e soprattutto sanitario.
Effetti visibili risultano evidenti specialmente nelle aree urbane e le relative aree industriali, in cui vi è una maggiore concentrazione di sostanze inquinanti, dove il cielo risulta cupo e c’è scarsa visibilità.
Per ciò riguardo l’ecosistema esso viene turbato dalla presenza o dalla loro eccessiva presenza in quanto vanno a modificare il ciclo naturale su cui si basa la vita sull’intero pianeta. Gli effetti sono: acidificazione dei laghi, dei fiumi e delle acque sotterranee, degradazione dei sistemi idrici potabili, acidificazione e demineralizzazione dei suoli, impatto sulle foreste e sulla produttività agricola, deterioramento dei manufatti umani.
Gli effetti sulla salute sono stati riconosciuti ed accertati dall’Istituto superiore della sanità in quanto responsabili di danni cardiovascolari e respiratori acuti, specialmente negli individui che già presentano relative patologie, rischio cancerogeno, effetti mutageni, immunologici e allergici.
In gran parte ciò dipende dalla concentrazione degli inquinanti e dalla conseguente esposizione dei soggetti.
La concentrazione è determinata non solo dal numerosità e dall’intensità delle fonti di inquinamento, dalla distanza da tali fonti e dalle trasformazioni chimico-fisiche cui vengono sottoposti, ma soprattutto dalle condizioni meteorologiche. Le concentrazioni sono minori quando il vento è moderato/forte e l’atmosfera è instabile nei bassi strati, oppure quando il vento è debole/assente ma vi è forte insolazione con cielo sereno. Viceversa, le concentrazioni diventano elevate quando vi è inversione del gradiente termico verticale o in condizioni di alta pressione di notte e con vento debole, oppure in caso di nebbia persistente che provoca processi di accumulo.
Elenco degli inquinanti antropici, cioè dovuti all’attività umana:
- CO (Monossido di carbonio)
- SO2 (Anidride solforosa)
- NO (Monossido di azoto)
- C6H6 (Benzene), inebriante odore che sentiamo quando ci fermiamo in una stazione di servizio.
- C20H12 (Benzo(a)pirene)
- Acidi inorganici e organici (solforico, cloridrico, fluoridrico, bromidrico, acetico, fumarico, tannico, ecc.) liberati nelle combustioni o in cicli industriali diversi
- Prodotti radioattivi artificiali dovuti, oltre che alle esplosioni atomiche, a lavorazione di sostanze radioattive per l’utilizzazione dell’energia nucleare
- Cloro, acido cloridrico e microinquinanti organoclorurati liberati dalla decomposizione di materie plastiche clorurate per incenerimento
Questa è una delle tante forme d’inquinamento, la cui combinazione generale produce il mutamento degli habitat naturali ha ripercussioni sia sul comportamento che nella conseguente vita delle specie, influenzando il processo di “selezione naturale” e quindi sull’evoluzione stessa.
Una vignetta che sintetizza i vari fenomeni:
Inquinamento atmosferico antropico http://www.terranauta.it
Inquinamento atmosferico antropico – A cura di Fabio Martucci www.inmeteo.it