Nella notte (ora italiana) l’uragano Isaac ha raggiunto la terra ferma sulle coste del Golfo del Messico in Louisiana e ora punta verso New Orleans.
Sebbene l’Uragano Isaac sia di minore intensità e abbia raggiunto “solo” lo stadio di Uragano Forza 1 c’è la probabilità che possa raggiungere lo stadio di Uragano Forza 2 , ovvero la stessa intensità con cui Katrina toccò terra 7 anni fa che accumulò poi potenza fino a raggiungere lo stadio massimo di Forza 5 e causando la morte di oltre 1.800 persone. Insomma è un fenomeno da non sottovalutare, nonostante le previsioni sostengono che già domani mattina (ora locale) l’uragano debba perdere di potenza.
Animazione che mostra i movimenti di Isaac e le previsioni per le prossime ore! http://www.weather.com/weather/hurricanecentral/tracker/2012/isaac?jQuery1346147627457=11
Attualmente (07:00 ora locale) Isaac è classificato come Forza 1 e il vento soffia a 80mph , ovvero circa 130km\h e il minimo depressionario , meglio conosciuto come ” occhio del ciclone” ha raggiunto la pressione di 970hpa. Ora punta verso New Orleans con venti molto forti e piogge torrenziali. Ha già provocato allagamenti e 228mila abitazioni sono rimaste senza corrente elettrica senza contare le aziende. Numerose persone hanno deciso di lasciare la zona ed altri si sono barricati in casa, e il sistema di dighe e chiuse è già in allarme per ridurre al minimo eventuali danni.
Ecco l’Uragano Isaac ben visibile nelle mappe del modello americano GFS 500hpa.
Mentre questa è la carta GFS che mostra le precipitazioni previste per la stessa data della carta precedente.
Queste carte mostrano che non solo la Louisiana (zona colorata in viola e viola scuro) sono a rischio, ma anche Florida e Mississipi , infatti sono stati abilitati sistemi d ‘allerta sulle coste del Golfo del Messico dall’ estremo ovest della costa del Texas, fino a Destin in Florida.
Alcune suggestive immagine dal satellite di cui una scattata durante la notte dalla Nasa, veramente affascinante.

Isaac dal satellite earthobservatory.nasa.gov
Articolo a cura di Elia Lombardi.
A cura di La redazione