Tassa rifiuti / Economia e Ambiente : Fa discutere il previsto aumento della Tassa sui rifiuti in Italia, prevista nel breve termine già dagli inizi del 2013. La situazione, afferma la Confcommercio, è critica e potrebbe evolversi in un aumento medio del 300% (all’incirca) dell’imposta dei rifiuti, per quanto concerne le imprese, con casi ancor più drammatici per cui si parla addirittura del 600 % di aggravo. “Tutto a causa di coefficenti che non rispecchiano la reale produzione di rifiuti”, sostiene Confcommercio.
La nuova imposta denominata Tares, che sostituirà Tarsu e Tia a partire dai primi di Gennaio 2013, potrebbe così appesantire notevolmente la situazione finanziaria di diverse imprese e attività, ma anche dei singoli cittadini, a cui potrebbe costare più la tassa dei rifiuti che la famigerata Imu. Secondo alcune simulazioni Per alcuni esercenti il rincaro è già a bilancio da un pezzo. Sono quelli situati nei 1.340 Comuni (il 17% del totale, soprattutto al Nord) passati negli ultimi anni dalla Tarsu alla Tia, con conseguente ritocco verso l’alto delle tariffe. La Tares, almeno per il 2013, applicherà gli stessi coefficenti, basati su quantità e qualità dei rifiuti prodotti, estendendoli a tutti i municipi del Paese. Ma dovrà rispettare due parametri ulteriori: coprire del tutto le spese di raccolta sostenute dai comuni e finanziare anche i servizi “indivisibili”, come illuminazione e manutenzione delle strade. Volendo fare qualche esempio, per un negozio di abbagliamento o un ferramenta di 200 metri quadrati in Provincia di Milano, il passaggio da Tarsu a Tares si traduce in un raddoppio dell’imposta: da 690 a 1.067 euro. Per una macelleria di 300 metri quadri la spesa triplica: da 1.204 a 3.567 euro. Ma ai ristoranti va ancora peggio: da 802 a 4.735 euro per uno spazio di 200 metri quadrati. Per finire con discoteche e night club, i più tartassati: da 558 a 4.435 euro.