Parto cesareo: molti sono ingiustificati, l’allarme dal ministero della salute
Parto cesareo / Da un’indagine condotta dal Ministero della Salute, emergono dati preoccupanti circa i parti cesarei. Un gran numero di parti cesarei sarebbe ingiustificato, ovvero non vi sarebbero le condizioni di necessità di far nascere il feto con taglio cesareo, che ricordiamo, è un intervento chirurgico per mezzo del quale il ginecologo procede all’estrazione del bambino. Dall’indagine sanitaria, è stato stimato che nel corso del 2010 in Italia, ci sono stati 482.195 tra parti naturali e cesarei: i parti cesarei sono stati il 29,31% del totale, ma di questi il 43% risulta ingiustificato poiché si rileva una non corrispondenza con le informazioni nelle schede di dimissione ospedaliera (Sdo). In altri termini, si rilevano “troppe diagnosi di posizione anomala del feto, condizione fortemente associata al taglio cesareo”.
Nel 2012 l’Agenzia nazionale per i servizi nazionali regionali ha segnalato ad alcune regioni problemi di validità delle informazioni contenute nelle Sdo con procedura di parto cesareo. In particolare, la condizione ‘posizione anomala del feto’, fortemente associata al cesareo e che ha una frequenza nazionale dell’8%, risultava in alcune strutture molto alta, raggiungendo valori superiori al 20% o addirittura al 50%. Questi valori, rileva il ministero, “sono incompatibili con la distribuzione di questa condizione al parto nella popolazione e hanno quindi fatto sorgere il sospetto di un’utilizzazione opportunistica di questa codifica, non basata su reali condizioni cliniche”.
A tal riguardo, ha parlato il Ministro in carica della Salute, Renato Balduzzi, affermando che “se questi dati provvisori fossero confermati al termine dell’indagine si potrebbe dire che il Servizio Sanitario nazionale sprecherebbe 80/85 milioni di euro l’anno per degli interventi non giustificati“. Dunque, un problema sanitario, ma che grava pesantemente anche sull’economia italiana.