CASO STAMINALI/ Dopo la bufera relativa al “metodo stamina” con tanto di protesta, forse uno spiraglio di luce pare aprirsi all’orizzonte, sperando non sia solo una folata di vento momentanea. La piccola Desirèe, bambina di soli 3 anni, malata di SMA (Atrofia Muscolare Spinale) riceverà finalmente le cure tramite cellule staminali dopo l’approvazione del Tribunale di Trento. Dunque la piccola bambina dopo l’iniziale negazione delle cure sarà finalmente sottoposta al “metodo stamina”, ovvero la terapia che prevede la somministrazione di cellule staminali prelevate dal midollo osseo e trattate in laboratorio attraverso infusioni al paziente.
La bambina va così ad aggiungersi alla lista di tutti coloro che (per la maggiorparte bambini) si sono visti negare in un primo momento la cura tramite le staminali, in quanto non protocollata (decisione contestata dalla comunità scientifica mondiale). L’autrice dello studio, Alison Abbott, sottolineava come l’Italia sia «l’unico Paese nel quale una cura la cui efficacia non è mai stata dimostrata ha avuto di fatto un’approvazione ufficiale» del governo. Il 21 marzo scorso, infatti, un decreto legge approvato dal governo su proposta del ministro della Salute, Renato Balduzzi ha dato il via libera alle cure per i pazienti che avessero già iniziato il trattamento. Cioè un gruppo di bambini affetti da diverse malattie rare (Desirée, ma anche la toscana Sofia, il marchigiano Federico, la veneta Celeste e tanti altri, tutti in cura agli Spedali Civili di Brescia). Il decreto è stato contestato anche da chi vorrebbe poter cominciare la cura (il 6 aprile partirà una raccolta firme).