Torna l’influenza aviaria: 2 morti in Cina / Si torna a parlare di aviaria, dopo i casi riscontrati in Cina, dove è tornato l’incubo dell’ influenza dei polli, in seguito all’avvenuto decesso di due persone (due uomini), che avevano contratto il virus dell’influenza, legato a un ceppo di cui fino a questo momento si ignorava il contagio uomo a uomo. E’ stato proprio questo elemento a destare preoccupazione ed a far allertare non poco medici e addetti ai lavori. Intanto, anche se non certa, circola la notizia di un nuovo caso di contagio: riguarderebbe una donna di 45 anni di Nanchino, a 300 chilometri da Shanghai, che sarebbe ricoverata in ospedale con una diagnosi proprio da H7N9 (denominazione del ceppo del virus in questione).
Il ceppo virale, contro il quale non esiste a tutti gli effetti un vaccino, provoca febbre alta e tosse che degenerando provoca polmonite e, talvolta, insufficienza renale. Inizialmente è difficile dunque distinguere l’influenza aviaria dalla piu’ normale e diffusa influenza stagionale. Con tutta probabilità, la causa dell’infezione è dovuta agli spostamenti quotidiani di milioni di persone e tonnellate di merci che aumentano sicuramente il rischio di diffusione di malattie che in determinati contesti rimangono isolate anche per migliaia di anni ma che possono essere fonte di vere e proprie pandemie se solo non vengono isolate per tempo. Secondo la commissione, tuttavia, il virus non sembra particolarmente contagioso. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, anche se i sintomi richiamano alla mente la SARS coronavirus, è ancora troppo presto per confermare la vera dimensione del problema