Dopo un periodo relativamente lungo di calma e “inattività”, negli ultimi giorni il Sole ha generato una potente eruzione solare che ha inviato una ondata di particelle nello spazio. Si è trattata di un’eruzione con flare M2, dunque forte ma non di entità straordinaria. Gli effetti sul nostro pianeta sono stati stimati nulli o irrisori (in questi giorni altre eruzioni anche piu’ intense potrebbero interessare la stella).
La notizia di rilievo però è quella della comparsa di un importante e vasto “buco coronale” sulla “faccia” del sole rivolta verso il nostro pianeta, testimoniata anche dall’Ente Spaziale NASA. I buchi coronali sono aree dove la corona del Sole è più scura e più fredda delle altre zone vicine. Questi sono stati scoperti quando i telescopi a raggi X della missione Skylab furono lanciati oltre l’atmosfera terrestre per rilevare la struttura della corona. Questi buchi sono in relazione con delle concentrazioni unipolari di linee di campo magnetico aperte; durante il minimo solare, i buchi coronali si trovano principalmente nelle regioni polari del Sole, mentre durante il massimo solare sono dislocate in tutta la superficie solare. I componenti ad alta velocità del vento solare si sa che transitino lungo le linee magnetiche che passano attraverso i buchi coronali.

“L’anno 2013 rappresenta un picco del ciclo del Sole. Conseguenza: tempeste solari che sono percettibili fin sulla Terra e possono provocare importanti perturbazioni del sistema di telecomunicazione”, spiega Michael Cottier, l’astronomo dell’osservatorio François-Xavier Bagnoud à Saint-Luc (VS)
Già verso la fine di Maggio la NASA, tramite il “Solar Dynamics Observatory”, aveva lanciato l’allarme relativo a future tempeste solari con effetti potenzialmente significativi anche sulla Terra, per i mesi di Giugno e Luglio, dopo aver registrato un grande buco coronale sulla superficie solare. Ora questo nuovo buco coronale, attentamente seguito dagli esperti, invierà ondate di particelle di vento solare (che si generano proprio dall’apertura del campo magnetico in presenza di buchi coronali) verso la nostra magnetosfera, producendo probabilmente effetti lievi. Sono già in corso innalzamenti del valore della componente Bz del campo magnetico terrestre (che misura proprio l’entità della fenomenologia), e del vento solare.
Nella migliore delle ipotesi, queste particelle causano fenomeni come l’aurora boreale, che potrebbe spingersi nei prossimi giorni fino a latitudini relativamente basse regalando spettacolo nei cieli; ma nei casi più gravi provocano tempeste elettromagnetiche che vanno a interferire con i sistemi elettronici terrestri, in particolare dalle sonde ai Gps. Un pericolo anche per i trasporti aerei oltre che per le telecomunicazioni e sistemi correlati. Non sarà, con tutta probabilità, questo il caso, ma ribadiamo che la NASA ha previsto probabili eventi del genere (tempeste solari), anche piu’ intensi, per buona parte dell’estate in corso.