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Tensione sismica nel Mar Ionio. La placca africana si muove verso l’Europa

7 Febbraio 2014, ore 11:42

Terremoti in Grecia/ Prosegue senza sosta l’intensa crisi sismica in territorio greco, in corrispondenza della placca Egea con epicentro sull’isola di Cefalonia, affacciata sul Mar Ionio. Oltre i due movimenti tellurici principali che hanno letteralmente sconvolto l’isola (QUI un video della situazione) fra il 26 Gennaio e il 3 Febbraio con magnitudo rispettivamente di 6.3 e 6.1, si sono verificate numerosissime scosse di terremoto di debole/moderata/forte intensità, molte delle quali superiori al quarto grado della scala Richter. Tutte perfettamente avvertite dalla popolazione, costretta a vivere nella paura ogni minuto della giornata.
Nel corso delle ultime ore si è nuovamente intensificato lo sciame sismico su Cefalonia con ben 3 scosse superiori al quarto grado Richter : alle 20.20 di Giovedi (M4.6) , alle 02.21 e alle 04.26 di questa notte (M4.3 e M4.2) .
Ma cosa sta accadendo precisamente? La litosfera al di sotto del Mar Ionio è sede di violenti scontri fra due grandi placche come quella africana e quella euroasiatica. Fra queste due placche vi troviamo una più piccola, denominata placca Egea, che si trova esattamente sotto il territorio greco. I movimenti delle placche più grandi determinano di conseguenza i movimenti di quelle più piccole e proprio in corrispondenza della placca Egea che stiamo assistendo a questa sequenza di forti terremoti.  La maggior parte dei terremoti superficiali nel centro e nel nord della Grecia (profondità inferiori a 50 km) è causata dall’interazione tra la placca Eurasiatica e la piccola placca del Mar Egeo, che si muove verso sud-ovest rispetto alla placca Eurasiatica con una velocità di circa 30 mm/anno. Il confine fra le due placche scorre lungo i settori centrali della Grecia e passa proprio a largo dell’Isola di Cefalonia.

Inoltre entrambe le placche (Egea ed Euroasiatica) interagiscono con la placca Africana, la quale spinge in maniera costante verso il nostro Continente muovendosi al di sotto di esso. Il tutto avviene ad una velocità di quasi 40 mm/anno. Si tratta di un processo di “subduzione” analogo a quello che caratterizza i bordi della placca Pacifica (Alaska, Giappone, Sud-America, ecc.).
Insomma l’intensa sequenza sismica in atto altro non è che l’interazione fra queste tre grandi placche, tutte interagenti fra di loro lungo linee di confine ben precise. Essendo un punto molto critico in quest’area potrebbero verificarsi terremoti anche più forti, come accaduto già nel 1867, quando si verificò nell’area di Cefalonia un terremoto di magnitudo 7.1.

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