Scienze: grande scoperta contro i tumori: cellule tumorali sconfitte da nanoparticelle

by Francesco Ladisa
12 Marzo 2014 - 20:29

Si tratta per ora di una ricerca, che necessiterà di concrete sperimentazioni e applicazioni per un passo in avanti reale nella lotta contro il cancro, tuttavia è senza dubbio una ricerca importantissima per ciò che mette in luce. Un team di studiosi, dell’Università della Carolina, ha scoperto dopo esperimenti condotti sui topi da laboratorio, che nanoparticelle “parassite” dei tumori sfruttano l’energia delle cellule cancerose per distruggerle rilasciando al loro interno farmaci anticancro.

Grande scoperta contro i tumori: cellule tumorali sconfitte da nanoparticelle

Lo studio, secondo cui quindi la stessa energia delle cellule tumorali potrebbe essere usata per annientare il tumore, apre così la strada a una chemioterapia più efficace e mirata , in grado di risparmiare soprattutto le cellule sane , e ridurre così le conseguenze dannose per l’organismo (i cosiddetti effetti collaterali). Le microscopiche navette iniettabili usate nell’esperimento sono nanoparticelle sferiche rivestire da un guscio ricco di acido ialuronico che serve ad agganciare alcune proteine presenti sulla superficie della cellula tumorale. Dopo il contatto, l’intera navetta viene assorbita all’interno della cellula. Una volta dentro, il guscio della nanoparticella si disintegra e rilascia il suo carico: il farmaco chemioterapico doxorubicina avvolto e infiocchettato da lunghi e complessi filamenti di Dna. Questi nastri si sciolgono solo in presenza di alti livelli di molecole Atp (adenosina trifosfato), il “combustibile” della cellula: questo fa sì che il farmaco venga rilasciato nella cellula tumorale, in prossimità del suo nucleo.

Il coordinatore dello studio ha affermato che si tratta della prima volta in assoluto che l’Atp viene usata come innesco per il rilascio controllato del farmaco anticancro, sia in vitro che in vivo”. Sono stati compiuti anche degli esperimenti in provetta su cellule umane di tumore del seno, che hanno dimostrato che questa strategia è 3,6 volte più efficace delle nanoparticelle senza l’innesco con Atp.