Mentre il morbo dell’ebola, che sta generando nelle ultime settimane un’epidemia in Africa occidentale (Guinea in particolar modo), continua a far discutere, seppur fra le notevoli “rassicurazioni italiane” del Ministero della Salute (e non solo), si aggrava la situazione legata al virus della “nuova SARS”. L’epidemia del coronavirus Mers (Middel East Respiratory Syndrome, ribattezzato ‘nuova Sars’) in Arabia Saudita ha causato ad oggi 102 vittime mentre i casi accertati sono ormai 359, il 73% in piu’ rispetto al mese precedente. La Mers, che ha iniziato a mietere vittime dall’aprile 2012, e’ considerato il cugino piu’ letale ma meno trasmissibile della Sars. L’epidemia di Sars iniziata nel 2003 in Asia colpi’ 8.273 persone ma solo il 9% di loro mori’. Il tasso di mortalita’ della Mers (originariamente una malattia diffusa tra i cammelli, passata poi agli umani e da ultimi trasmessa tra tra di loro) e’ di circa il 30% finora, dunque nettamente maggiore, e per questo preoccupa parecchio addetti ai lavori e non.
La grande maggioranza dei casi si è verificata finora tra l’Arabia Saudita e altri paesi mediorientali, ma alcuni casi, a carattere locale, sono stati segnalati anche in Gran Bretagna, Grecia, Francia e Italia (nel nostro paese non ci sono stati però decessi). Ancora non è stato capito come il virus venga trasmesso, per quanto è possibile che nel passaggio all’uomo possa esserci il ruolo di un animale: il virus è stato riscontrato in pipistrelli e cammelli, e soprattutto questi ultimi potrebbero essere coinvolti nella diffusione della malattia. Il timore, soprattutto in Arabia Saudita, è che il tradizionale pellegrinaggio dell’Hajj alla Mecca, città santa dell’Islam, che quest’anno cadrà ai primi di ottobre, possa scatenare una spirale di infezioni prima che si trovi una cura efficace. Nel nostro paese, comunque, il rischio che scoppi un’epidemia è davvero remoto.