Terremoto in Emilia/ Due anni fa, precisamente il 20 Maggio 2012, un violento terremoto di magnitudo 5.9 colpì l’Emilia, provocando danni, feriti e vittime. Un giorno terribile, spaventoso, che ha segnato le vite di molte famiglie e che purtoppo mai dimenticheremo.
Il terremoto colpì alle 4 del mattino, mentre tutti o quasi dormivano. La gente dell’Emilia, abituata combattere con le piene del Po e dei suoi affluenti, scoprì nel modo più traumatico di dover fare i conti anche con i terremoti. Per l’emergenza, la ricostruzione e il rilancio dell’economia sono stati impegnati più di 4 miliardi di euro, ma non tutte le criticità sono risolte e il lavoro da fare non è finito.
A distanza di 24 mesi dalla prima devastante scossa le aree colpite stanno tornando alla normalità . La ricostruzione vera e propria, con il riconoscimento del 100% del contributo, è iniziata 14 mesi fa. Diciannovemila famiglie avevano lasciato le proprie abitazioni. Sette su dieci, ha riepilogato nei giorni scorsi il presidente della Regione Vasco Errani, sono tornate a casa e le restanti usufruiscono di contributi di vario genere. Nei moduli abitativi prefabbricati, i cosiddetti Map, restano però ancora 2600 persone e per completare la ricostruzione in tutti i settori, ha dichiarato Errani, manca ancora un miliardo.
Nella zona colpita dal sisma si produce circa il 2% del Pil italiano. Le attivitĂ economiche danneggiate sono state 13mila. Gli emiliani si sono rimboccati le maniche e le ferite riportate dal tessuto economico si stanno rimarginando. Le imprese della Bassa sono tornate a produrre. I lavoratori in cassa integrazione, inizialmente oltre 40mila, oggi sono 215.
Oltre alle abitazioni e al tessuto produttivo, il sisma ha danneggiato pesantemente anche il patrimonio culturale. Nei tre piani operativi 2013-2014 sono stati stanziati 538 milioni di euro per 664 interventi su opere pubbliche e beni culturali, hanno riferito Errani e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Fino ad oggi sono stati presentati 266 progetti, soprattutto Chiese (188 milioni) e opere provvisionali per la sicurezza degli edifici. “La gestione del terremoto in Emilia-Romagna è stata un esempio di governo integrato tra i diversi livelli dello Stato, nella gestione del rapporto con i privati e nel modo di affrontare l’emergenza positivamente – ha commentato Franceschini – Bisogna adesso utilizzare questa esperienza per una legge quadro sulle calamità naturali”.