Rischio sismico: 83% d’Italia a rischio sismico. 12% con elevata vulnerabilità in caso di terremoti. Dati preoccupanti.
Si torna a parlare di rischio sismico, e lo si fa in quel di San Benedetto del Tronto, dove fra 11 e 12 Settembre si terrà una Convention nazionale con moltissimi e prestigiosi geologi italiani. Quasi alla vigilia dell’importante iniziativa in cui si terranno conferenze, incontri, e si farà il punto della situazione sul rischio sismico nel nostro paese, parla Giovanni Calcagnì, Consigliere Nazionale dei Geologi.
“In caso di terremoti intensi, ben il 12% dei territori italiani registra frane, cedimenti o liquefazioni del suolo, ma è la quasi totalità del Paese (83%) a mostrarsi a grande vulnerabilità sismica in quanto predisposto a potenziali amplificazioni forti per costituzione geologica e morfologica.” Queste le parole dell’esperto, che continua: “Lo studio è solo all’inizio, ma si può affermare tranquillamente che dei circa 51 milioni di italiani che vivono in zone sismiche – dei quali 26 milioni in zone ad altissimo rischio (Zone 1 e 2) e altri 25 milioni in zone a medio rischio (Zona 3) – attualmente solo il 5% circa vive in zone già microzonate (761 i Kmq di località abitate). Secondo questi studi di Microzonazione Sismica solo il 5% circa potenzialmente non presenta fenomeni di amplificazione locale.
“Oggi dunque iniziamo ad aver chiaro finalmente su larga scala, quella nazionale, e con buona sicurezza statistica, che la grande vulnerabilità sismica italiana deriva solo in parte da carenze costruttive (edificato vecchio e sismicamente debole, a volte frutto di abusivismo e/o pressappochismo costruttivo). Essa infatti deriva anche da progettazioni basate su norme sismiche che, nel tempo, hanno sempre fatto riferimento a classificazioni sismiche di arcaica concezione, in quanto sempre fondate su macrozonazioni a volte già vecchie e inadeguate al momento della loro emanazione per un determinato territorio, e che non hanno mai ben considerato l’approccio locale, delle condizioni geologico-sismiche del singolo territorio e del singolo sito su cui si progettava l’opera. Nel territorio italiano sono state ricostruite dall’INGV (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia) ben 36 diverse zone sismogenetiche. Sul nostro territorio – ha dichiarato ancora Calcagnì – vi è diffusa presenza di faglie attive da cui periodicamente si originano sismi a cinematica sia compressiva, che distensiva che trascorrente.” “La faccenda dunque – ha affermato Calcagnì – è assolutamente seria. L’Italia è un Paese sismicamente molto pericoloso.
Nella convention di San Benedetto del Tronto, il CNG (Consiglio Nazionale Geologi) annuncerà “le proposte per la messa in sicurezza del territorio e degli edifici e per il rilancio dell’Italia”