Il riscaldamento globale e lo scioglimento dei ghiacciai alla base di una previsione di inverni freddi e nevosi. Non è di certo una novità ma se ne discute da tempo e molto scienziati sono fermamente convinti che il global warming ed il progressivo disintegrarsi dei ghiacci alle latitudini settentrionali dell’emisfero sarebbero alla base di un raffreddamento nel “breve-medio termine”, vale a dire nei prossimi decenni, per quanto concerne Asia ed Europa. Questo proprio a causa della presenza di ghiaccio a latitudini più basse che fungerebbe da “blocco” per le correnti miti oceaniche.
La tesi, naturalmente combinata da approfonditi studi ed elaborazioni modellistiche, è stata rilanciata dall’importante Istituto di Ricerca Polare Scott. Il declino del ghiaccio marino osservato nei mari di Barents e di Kara, a partire dal 2004 sta provocando un’alterazione della consueta circolazione delle masse di aria, provocando un ‘blocco’ che spinge l’aria fredda a riversarsi verso Asia e Europa. La scoperta è stata fatta realizzando oltre 200 diverse simulazioni al computer della circolazione atmosferica mondiale in base a una vasta serie di parametri che considerano anche la distribuzione dei ghiacci. “Questo nuovo studio – ha commentato Colin Summerhayes dell’Istituto di Ricerca Polare – conferma analisi precedenti e verifica che il declino dei ghiacci ha raddoppiato la probabilità che si verifichino inverni rigidi in Asia e Europa”. Gli effetti risulteranno evidenti già nei prossimi anni e già l’inverno 2014-2015 potrebbe quindi risultare freddo ed estremizzato in tal senso, per Europa e Asia.

Grazie allo scioglimento dei ghiacci alte probabilità di inverni rigidi per l’Istituto di Ricerca Polare. Effetti già dai prossimi inverni.
A cura di Francesco Ladisa
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