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Paura scabbia in Italia: interviene il Ministero della Salute

14 Giugno 2015, ore 21:01

Si parla molto nelle ultime ore, con l’arrivo di numerosi stranieri nel nostro Paese, della malattia infettiva della scabbia. Paura e perplessità fra la gente, ma a rassicurare la popolazione ci ha pensato il Ministero della Salute: “Nel 2015 i casi di scabbia rilevati dai medici di confine negli sbarchi degli immigrati, sono circa il 10%:4.700 casi di scabbia su 46 mila individui in arrivo nei porti italiani”. Lo ha detto il direttore generale del ministero della Salute Ranieri Guerra: “Non si tratta di un’epidemia ma di una patologia dermatologica banale per la quale esiste una terapia a basso costo”. In generale, ha aggiunto Guerra “con la fine di Mare Nostrum, le condizioni sanitarie dei profughi in arrivo sono peggiorate”.

Ecco delle preziose informazioni che arrivano dal Portale di Repubblica

La scabbia è legata a cattiva igiene?
“Si pensava fosse così, ma non è vero. Oggi la può prendere chiunque, perché è legata al contatto con il parassita. Può capitare a chi si lava troppo come a chi si lava troppo poco. Ma se non indosso una maglia, un paio di pantaloni, un pigiama di una persona con la scabbia, o non dormo sul suo materasso o se non lo tocco, certamente il contagio non avviene”.

La diagnosi è facile?
“Si fa a occhio, quindi è soltanto clinica. La malattia si manifesta con lesioni caratteristiche (i cunicoli scabiosi), di piccolo rilievo cutaneo della grandezza di 2-3 millimetri, ricettacolo del parassita. Le lesioni sono localizzate prevalentemente in mani, polsi, gomiti, genitali, addome”.

Dà solo prurito?
“Il prurito è molto intenso, si accentua al momento di andare a letto, si può protrarre fino a tutta la notte provocando insonnia. A causa del prurito e del conseguente grattamento compaiono sulla cute lesioni secondarie costituite da escoriazione lineari e puntiformi”.

La terapia è lunga e complessa?
“Al contrario: è semplicissima ed economica. Si utilizzano principalmente due pomate: il benzoato di benzile al 20 per cento oppure la permetrina al 5 per cento, un antiparassitario per uso locale. Sono entrambe molto efficaci. La prima pomata si usa per circa tre giorni, anche se dipende ovviamente dal numero di cunicoli, la seconda si utilizza una sola volta per otto ore. Poi ci si lava ed, eventualmente, si ripete a una settimana di distanza”.

Vanno trattati anche i familiari?
“Tutti quelli a stretto contatto devono essere trattati simultaneamente. I vestiti vanno lavati a 90 gradi e stirati con ferro molto caldo. Non c’è nessun bisogno di buttare via nulla. Per il materasso è importante esporlo a lungo al sole e batterlo ripetutamente, per far morire l’acaro”.