Il cielo è ritornato ad essere azzurro su Pechino, incredibile ma vero. Non è assolutamente ironia o sarcasmo come molti potranno pensare, ma è realmente un fatto quasi eccezionale.
Sulla capitale cinese il Sole è davvero difficile da vedere a causa della nebbia derivante dall’eccessivo inquinamento della metropoli e proprio per questo motivo che il ritorno del cielo sereno ha destato scalpore soprattutto fra i turisti.
Il Pm 2,5 nei cieli di Pechino pochi giorni fa era sotto 10, quando la metropoli è abituata a livelli medi stabili superiori ai 100. Il Pm 2,5 è il pulviscolo ultrasottile, quello che si infila in profondità nei polmoni e si accumula entrando in circolo nel sangue.
L’Organizzazione mondiale della sanità ritiene accettabile quota 25, oltre è meglio indossare la maschera quando si esce. E in effetti a Pechino sempre più cinesi circolano con mascherine da sala operatoria, qualcuno con vere maschere antigas, nei giorni peggiori, quando l’indice schizza oltre 400 (e questi giorni non sono rari). Gli stranieri di Pechino hanno coniato il termine «Airpocalypse» per definire l’aria sporca che ci circonda. E siccome l’inquinamento non è solo industriale ma contribuiscono milioni di automobili, su Twitter circola anche «Carmageddon».
Come mai questo cambiamento improvviso? Le autorità sostengono che sono i primi effetti della campagna anti-inquinamento: nei primi quattro mesi dell’anno la concentrazione di PM è scesa di un 13%. Per ottenere il risultato nella provincia industriale dell’Hebei che circonda Pechino, dal 2013 sono state chiuse 18 mila fabbriche tra le più obsolete, quelle che andavano avanti a carbone. E a Pechino si circola a targhe alterne.
Oltre al cielo sereno e terso è anche comparso l’arcobaleno, un evento per Pechino davvero eccezionale.