Terremoti come “colpi di cannone”
Il fenomeno è stato un vero e proprio mistero, fin quando ora è stato spiegato cosa avviene, nell’area egiziana del Mar Rosso, dove tante persone hanno dichiarato di avvertire scosse di terremoto precedute o accompagnate da boati intensi, come dei “colpi di cannone“.
Nessuna leggenda, bensì si trattava in effetti di segnalazioni veritiere. Lo studio che lo dimostra è stato pubblicato giorni fa sulla rivista Bulletin of the Seismological Society of America. Nell’area in questione l’attività sismica è causata da una faglia (una frattura delle rocce) attiva a circa 10 km di profondità e sovrastata da vecchie rocce magmatiche. La frattura è lubrificata dall’acqua del Mar Rosso, che percola (si infiltra) tra le rocce.
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Quando la faglia, muovendosi, genera un sisma, le rocce sovrastanti, rigide, fanno da grancassa al movimento di frizione che si verifica al di sotto producendo questo suono particolare, che si diffonde molto bene e a grande distanza nel deserto, come fosse, di fatti, una cannonata, o comunque un rumore sordo.
I terremoti che si verificano sono frequenti e, di solito, di debole intensità: finora hanno raramente superato magnitudo 3.5. Il più forte documentato si verificò nel 1955 con magnitudo 6.1. Lo studio che ha portato anche alla conferma dell’effettiva esistenza delle voci del terremoto è stato condotto da Sami El Khrepy, della King Saud University di Riyadh (Arabia Saudita).
Il ricercatore ha usato il metodo della tomografia sismica (l’analisi del tempo di propagazione delle onde sismiche, sia di compressione sia trasversali) a partire da una serie di esplosioni pilotate le cui onde sismiche – appunto – sono state raccolte da sismografi opportunamente posizionati. Lo studio dei sismogrammi, ossia dei grafici risultanti, permette poi di dedurre la composizione degli strati attraversati dalle onde. Nel caso specifico lo studio ha permesso di ricostruire la struttura della crosta in tre dimensioni e di mettere in luce l’esistenza della faglia e del suo collegamento con la crosta superiore e l’acqua di infiltrazione.