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Tornado Venezia : le immagini impressionanti dal satellite della supercella mesociclonica

10 Luglio 2015, ore 17:47

Tornado Venezia/ Sono trascorse circa 48 ore dall’innesco della violenta supercella che Mercoledi ha portato devastazione e panico in Veneto, fra le province di Vicenza e Venezia. Sono tantissimi i video e le foto che vi abbiamo mostrato, che documentano molto bene la furia terrificante di questo tornado che ha raso al suolo numerose abitazioni, provocato una vittima e tantissimi feriti fra Dolo e Mira, alle porte di Venezia.

Quelle che vi mostriamo ora sono le immagini satellitari e radar relative al pomeriggio di Mercoledi, le quali evidenziano in maniera eloquente la rapida formazione della supercella mesociclonica nell’arco di circa 2 ore dal momento della sua nascita nel vicentino sino al momento della sua dissolvenza nel mar Adriatico.

Nel video seguente potete notare la nascita della supercella che ha colpito Venezia alle 13.50 UTC (ore 15.50 italiane):

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Dinamica dell’evento

///PREMESSA : La supercella, con annessi fenomeni violenti, è stata ben prevista con diverse ore di anticipo dallo staff di InMeteo.net dopo ore e ore di lavoro e analisi. Nel seguente articolo potete leggere la nostra analisi pubblicata la mattina di Mercoledi 8 Luglio >>>   ///

Dinamica della formazione : l’innesco del temporale è avvenuto attorno alle 16.00 nel vicentino occidentale sui settori prealpini. Nei minuti successivi la piccola cella temporalesca ha raggiunto la pianura vicentina, muovendosi quindi verso est/nord-est in seno alle correnti provenienti da sud-ovest alle altissime quote. La cella temporalesca ha continuato a svilupparsi minuto dopo minuto grazie all’immenso serbatoio di energia presente sulla pianura veneta formatosi nel corso dell’ultima rovente e afosa settimana (valori di CAPE superiori ai 3000 J/Kg, Lifted Index inferiore a -9°C e altri indici temporaleschi/energetici tutti a fondoscala, fra cui anche lo SWEAT Index che mostrava valori prossimi ai 500 fra pordenonese, vicentino e veneziano, segno di un elevato rischio tornado in quelle aree).

Fra i comuni di Thiene, Breganze, Schio e Zanè (nel vicentino orientale) il temporale ha già raggiunto una potenza davvero elevatissima tanto da provocare la caduta di grandine enorme con chicchi dal diametro di 5 cm. Tutto accompagnato anche da forti rovesci di pioggia e forti colpi di vento (GUARDA QUI le foto impressionanti della grandinata).

È esattamente questo il momento in cui il temporale comincia ad assumere un movimento proprio, estraneo alle correnti principali delle alte quote. Infatti l’ormai già formata supercella cambia direzione muovendosi verso est/sud-est, ruotando la sua direzione quindi verso destra di circa 20/30° e muovendosi pertanto verso il padovano settentrionale e il veneziano. Questo è un comportamento tipico delle supercelle mesocicloniche (ovvero un temporale con al loro interno una bassa pressione rotante) che presentano intensi moti ascendenti rotatori tali da deviare leggermente la propria direzione dal flusso principale presente in alta atmosfera.

Attorno alle 17.30 il temporale è diventato una supercella mesociclonica tornadica, esattamente nel veneziano fra i comuni di Mira, Dolo, Cazzago di Pianiga e Sambruson (alle porte di Venezia). Ciò significa che dall’evidentissimo mesociclone ha cominciato a svilupparsi il cono tornadico nella parte meridionale del temporale. Questo fenomeno è chiaramente visibile dal radar dell’Arpav, il quale mostra sia l’eco a uncino nell’area meridionale del temporale (appare quasi come un gancio) e sia il V-notch su tutta la parte settentrionale della supercella. Essa assume questa particolare forma proprio per via della presenza del mesociclone al suo interno. Nell’area dell’eco a uncino la pressione cala drasticamente e assume questa particolare forma a causa delle bande di pioggia che assumono una forma a spirale. All’estremità dell’uncino è riuscito a formasi il tornado che ha poi toccato il suolo nell’area di Cazzago percorrendo circa 4 km sino a raggiungere la categoria F4 sulla scala Fujita (che va da 1 a 5) nell’area di Dolo provocando danni immensi (case di mattoni rase al suolo, automobili scaraventate a decine e decine di metri, muri di cemento armato abbattuti).

Radar Arpav – Sequenza che mostra la formazione della supercella tornadica nel veneziano

L’innesco della supercella tornadica è stato originato dall’ingresso aria fredda e secca alle alte quote (circa 500hpa, ovvero circa 5500 metri di altezza) giunta dai quadranti settentrionali. Quest’aria fresca è entrata in contrasto con l’immenso serbatoio di energia presente nei bassi strati dell’atmosfera (che abbiamo già menzionato nel corso dell’articolo) nel punto probabilmente più favorevole, ovvero in un’area di convergenza di correnti al suolo determinata da venti da sud-est carichi d’umidità provenienti dalla laguna veneta (causate a loro volta dalla presenza di una blanda bassa pressione al suolo sull’Emilia Romagna) e da venti più secchi provenienti da sud-ovest. A ciò si è aggiunta la presenza di venti tendenti a ruotare verso destra man mano che si procedeva verso l’alto (quindi in presenza di un Wind Shear positivo accentuato, con velocità di circa 25 m/s). Sicuramente ha influito anche l’abbassamento di latitudine della parte più intensa della corrente a getto che ha toccato l’Italia settentrionale con correnti abbastanza sostenute da sud-ovest a circa 300hpa, tali da stimolare ulteriormente la crescita del temporale.

Inizialmente si è ipotizzata la formazione di un tornado di categoria F2, ma dopo le stime definitive dei danni provocati lungo tutto il tragitto del tornado è chiaro che si è in presenza di un tornado F4 con velocità comprese fra i 270 e i 320 km/h).