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Conservazione del momento angolare: come e perché si generano i fronti e le correnti a getto

29 Luglio 2015, ore 18:21

Conservazione momento angolare / La Terra è una macchina complessa le cui caratteristiche variano costantemente nel tempo e nello spazio a causa della sua “doppia rotazione“: quella intorno al Sole e quella attorno a se stessa.

Uno studio molto importante che si fa è quello di considerare una particella d’aria che viene spostata dall’equatore ai poli: qui si introduce il concetto di conservazione del momento angolare. Il momento angolare dipende dalla massa della particella, dalla distanza rispetto all’asse di rotazione e dalla velocità angolare data dalla somma della velocità angolare terrestre e dalla velocità dei venti zonali. Se questa particella si sposta verso i poli, la distanza diminuisce, quindi la velocità dei venti zonali deve aumentare per il principio di conservazione.

Nella fascia intertropicale l’atmosfera è più lenta rispetto alla rotazione terrestre, quindi la superficie cede del momento angolare all’atmosfera che viene riacquistato nella fascia subtropicale in cui si ha la situazione opposta. A causa di tale principio di conservazione si generano, in quota, delle correnti a getto: getto subtropicale e getto polare. Quest’ultimo è di importanza rilevante in quanto genera il fronte polare artico intorno ai 60° di latitudine e correnti con velocità intorno ai 150 km/h.

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