Previsioni meteo/ Ancora tante le incertezze che emergono dai principali modelli matematici riguardo la possibile vasta ondata di gelo e neve che potebbe giungere nel Mediterraneo a partire da metà mese, quindi dopo il 15 Gennaio.
Attualmente l’Europa e l’Atlantico sono condizionate da un pattern di bassa zonalità, ovvero dal riversamento dell’aria fredda a latitudini più meridionali innescato dalla formazione di alte pressioni in sede polare che hanno fortemente destabilizzato il relativo vortice.
Questa situazione prevede la formazione di intense perturbazioni che attraversano l’Atlantico dirette sia sull’Europa centro-settentrionale, dove giace il gelo giunto nei giorni scorsi dalla Siberia, e sia sul Mediterraneo dove è ritornata la pioggia dopo quasi due mesi di assoluta staticità e siccità.
Entro metà mese il forte indebolimento del vortice polare potrebbe portare i suoi primi “frutti” anche nel Mediterraneo dopo questo logico periodo di bassa zonalità, ma le incertezze sono tante e risiedono grossomodo nell’oceano Atlantico. L’arrivo dell’inverno in Italia dipende proprio da quel che succederà nei prossimi giorni in Atlantico.
Le divergenze fra i principali modelli matematici (GFS , UKMO, ECMWF) sono nette ad una distanza di circa 120/144 ore e ciò obbliga a mantenere i piedi di piombo su ogni tipo di previsione ad oltre una settimana di distanza.
Per l’esattezza si intravedono due possibili scenari principali :
– formazione di un blocco azzorriano in Atlantico (UKMO)
– nessun blocco ed interferenza fra correnti atlantiche e freddo artico ( GFS e ECMWF)
La prima ipotesi, supportata dal solo UKMO (modello inglese), al momento ha possibilità di realizzazione più basse ma non nulle, ed è quella che prevede l’elevamento dell’alta pressione delle Azzorre nell’oceano Atlantico andando a formare un vero e proprio “muro” per le correnti atlantiche. In questa situazione sarebbe molto probabile la discesa di imponenti masse d’aria fredda verso l’Europa centro-meridionale, Italia compresa dove tornerebbe la neve copiosa su molte regioni. Tutto questo dopo metà mese (periodo ipotetico 15-20 Gennaio).
La seconda possibilità è supportata da GFS (modello americano), ECMWF ( modello inglese) e altri modelli matematici minori. Questa prevede l’interferenza delle correnti atlantiche e l’aria artica che non permettono la formazione di un blocco anticiclonico in oceano ( fattore indispensabile per far giungere il freddo sin nel Mediterraneo). Tutto ciò è determinato dalla presenza di basse pressioni in sede islandese che impedisce alla corrente a getto in uscita dal continente americano di ondularsi al punto di innescare una rimonta calda verso le alte latitudini. A ciò va ad aggiungersi la presenza di un vortice ciclonico nel cuore dell’Atlantico che va a “tagliare” la radice del blocco anticiclonico impedendone la formazione. Ciò comporta lo scivolamento del freddo verso l’est Europa, lasciando l’Italia sotto alta pressione intervellata da qualche rapida perturbazione innocua.
Nel modello UKMO notiamo valori di pressione e di geopotenziale decisamenti più alti fra Groenlandia e Islanda e il vortice nel cuore dell’Atlantico (indicato in figura) non impedisce la costruzione del blocco.
Al momento entrambe le ipotesi hanno possibilità di realizzarsi, quindi nessuna può essere scartata a priori. Saranno sicuramente fondamentali i prossimi aggiornamenti fra questa sera e la mattinata di sabato al fine di chiarire in maniera definitiva quel che accadrà in Atlantico.