La novità arriva grazie a una legge del Dicembre 2015 che recepisce un decreto che risale a più di tre anni: la ricetta medica che ci prescrive il dottore non sarà più cartacea. Dal 1 Marzo 2016, con l’effettiva entrata in vigore della legge, tutti i medici e di conseguenza i farmacisti saranno tenuti ad adeguarsi, dicendo addio alle ricette cartacee, a favore di pc e tablet. Ma vediamo come funzionerà esattamente.
Il medico di famiglia, nel momento in cui dovrà prescrivere un farmaco al malato, si collegherà dal proprio computer a un portale dedicato e lì indicherà gli estremi del paziente e del medicinale prescritto. In particolare, nel sistema informatico verrà compilata una ricetta “telematica”, identica a quella cartacea tradizionale, un Nre (numero ricetta elettronica) cui sarà associato il codice fiscale del paziente. Verranno poi aggiunte, in automatico, anche eventuali esenzioni.
Il medico dovrà (in una prima fase per rendere il passaggio alla ricetta elettronica più indolore) stampare un piccolo promemoria, della dimensione di un foglio A5, e consegnarlo al paziente. Quest’ultimo, munito di tale documento, si recherà in farmacia e lo consegnerà al farmacista il quale, a sua volta, attraverso i codici a barre stampati sul promemoria, recupererà la prescrizione collegandosi al sistema informatico online. Verrà così consegnata la medicina al malato. Quando il sistema andrà completamente a regime, sparirà anche il promemoria e tutto avverrà telematicamente, attraverso al trasmissione di dati al sistema informatico centralizzato.
«Dietro i vantaggi della dematerializzazione delle ricette si cela però un rovescio della medaglia – spiega il segretario nazionale Fimmg, Giacomo Milillo -. Qualcuno ha confuso gli studi medici con quelli dei Caf, vista la mole di dati anagrafici, codici di esenzione dai ticket, adesso anche quelli di erogabilità e appropriatezza». E in più, «il medico non potrà più contare sul supporto dell’assistente di studio e ci saranno complicazioni anche nelle procedure di coinvolgimento del sostituto medico che, per il momento, dovrà continuare ad utilizzare la ricetta rossa. Di conseguenza – avverte Milillo – il rischio è che tutti gli oneri ricadranno sul titolare, con un aggravio di lavoro e tempo tolto alle visite». Da qui la richiesta dei medici di famiglia di «una semplificazione delle procedure, ancora possibile». Tra i vantaggi della ricetta elettronica, rileva al contempo la Fimmg, «il risparmio sulla stampa e distribuzione delle vecchie ricette rosse e il controllo sulla falsificazione delle ricette stesse o sugli abusi conseguenti il furto dei ricettari».
In questa prima fase di avvio, fino a fine 2017, sono, però, ancora esclusi dal nuovo metodo alcuni farmaci come gli stupefacenti, l’ossigeno, le prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, i farmaci con piano terapeutico Aifa. La ricetta elettronica, in compenso, varrà in tutte le farmacie del territorio nazionale. Questo significa che i farmaci potranno essere ritirati anche fuori dalla regione di residenza e grazie al sistema tessera sanitaria le farmacie potranno applicare il ticket della regione di residenza dell’assistito.