Si aggrava il bilancio del violentissimo terremoto avvenuto questa notte sulla costa americana centrale, in Ecuador. Un sisma quasi dell’8° della scala Richter, che ha finora causato oltre 140 vittime e svariate centinaia di feriti. (Leggi qui la notizia).
Il terremoto, a cui stanno facendo seguito scosse di assestamento di notevole portata, segue gli eventi sismici dei giorni scorsi in Giappone, sull’Isola di kyushu, dove anche qui si sono registrati purtroppo danni molto ingenti e vittime. Una scossa magnitudo 6 è avvenuta in mattinata anche a Tonga, nel Pacifico, senza determinare danni.
Stiamo vivendo, dunque, giorni di diffusa e intensa attività sismica nel Mondo, con epicentri separati da migliaia di chilometri ma che stanno avvenendo in sequenza, non per caso. Il sisma odierno in Ecuador è determinato dal movimento di una faglia sita nella zona di margine fra due placche importanti come quella di Nazca e quella sud-americana. Il terremoto in Giappone è invece frutto dello scorrimento della placca delle Filippine sotto la più vasta placca asiatica. Placche differenti ma riconducibili ad un unico grande sistema che è quello della “cintura di fuoco“, che evidentemente nelle ultime ore sta vedendo una significativa “accelerata della sua attività”.
In geologia con la denominazione di cintura di fuoco del Pacifico si indica la zona caratterizzata da frequenti terremoti (si calcola che il 90% dei terremoti mondiali avvenga all’interno di questa fascia: la maggior parte dei terremoti profondi e molti intermedi e superficiali) ed eruzioni vulcaniche, estesa per circa 40.000 km (ovvero quasi quanto la circonferenza equatoriale terrestre) tutto intorno all’oceano Pacifico, con una forma che ricorda quindi grossolanamente un ferro di cavallo. È caratterizzata dalla presenza di numerosissimi archi insulari (Polinesia, Filippine, Nuova Zelanda, Indonesia, Giappone ecc.), fosse oceaniche e catene montuose vulcaniche.La cintura di fuoco è la diretta conseguenza dei movimenti reciproci delle differenti placche, che in questa zona vanno incontro al fenomeno della subduzione: le placche continentali avanzano passando letteralmente “sopra” alle placche oceaniche pacifiche.