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Aereo di linea partito da Parigi è precipitato questa notte in terre egiziane

19 Maggio 2016, ore 9:40

Tragico epilogo per un volo EgyptAir con a bordo numerosi passeggeri, in partenza da Parigi. Il velivolo, un Airbus del 2003 con a bordo 66 passeggeri, partito dalla capitale francese e diretto al Cairo, è scomparso poco dopo essere entrato nello spazio aereo egiziano. La compagnia aerea egiziana, che ha invitato alla prudenza per quanto riguarda le ipotesi, ha assicurato di non conoscere ancora le ragioni per cui l’aereo sia scomparso, mentre i media francesi hanno riferito poco fa che il relitto è stato individuato al largo dell’isola greca di Karpathos, in acque territoriali egiziane. Il ministero dell’Aviazione egiziano ha confermato lo schianto.

C’è mistero sull’allarme che l’aero avrebbe lanciato prima di sparire. La compagnia aerea sostiene che alle 02.26, il velivolo ha lanciato un messaggio di Sos. Un segnale di emergenza dall’aereo è stato invece captato alle 04.26, circa due ore dopo aver perso le tracce del velivolo. Il segnale potrebbe essere stato inviato dall’apparecchiatura per la localizzazione dell’aereo installata sull’aeromobile. Ma l’Egitto smentisce invio dell’allarme: il primo ministro ministro Sherif Ismail ha detto che “non vi è alcuna informazione” sull’accaduto, precisando che quanto alla richiesta di soccorso non si è trattato di un Sos ma di una segnale trasmesso dalle strumentazioni di bordo del velivolo.

Le condizioni meteo durante il viaggio erano ottimali, per tanto non si associa l’incidente a forti turbolenze e maltempo. Si stanno valutando varie strade, dall’incidente a quella più drammatica dell’attentato. “Non si può escludere” alcuna possibilità sulle cause della scomparsa dell’aereo dell’Egypt Air, compreso l’attacco terroristico, ha detto il premier egiziano Sherif Ismail che si è recato nel centro di coordinamento delle operazioni, rispondendo ad una domanda precisa in tal senso. Nel secondo caso, l’altezza comunicata da EgyptAir esclude l’uso di missili terra-aria portatili – i cosiddetti manpads – di cui è dotato l’Is o altre formazioni terroristiche: l’Airbus era fuori dalla portata di queste armi. L’indagine partirà dal profilo dei passeggeri. Se si ipotizza l’attentato, il primo scenario da valutare è quello di un kamikaze che avesse con sé un piccolo ordigno, nascosto in un tablet o in un computer, da appoggiare al finestrino. L’esplosione a quella quota provocherebbe una rapida decompressione con la distruzione del velivolo. Ma può essere sufficiente anche un etto di tritolo con una miccia, secondo lo schema tentato nel dicembre 2001 da un convertito inglese che aveva nascosto l’esplosivo in una scarpa e fu fermato dagli altri passeggeri mentre cercava di farlo saltare sorvolando gli Usa.