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Cambio orario 2016: torna l’ora solare, prende il posto di quella legale

25 Settembre 2016, ore 16:09

Si avvicina la data del cambio orario che ci riporterà l’ora solare. Nell’ultimo week end del mese di Ottobre, dovremo spostare le lancette degli orologi un’ora indietro (in genere è la notte il momento in cui si usa spostare l’orologio) per tornare all’ora solare che ci accompagnerà poi per tutto l’Autunno e per tutto l’Inverno, fino al ritorno all’ora legale nella primavera 2017.

Ciò consentirà un riposo maggiore la notte fra Sabato 29 e Domenica 30 Ottobre, mentre il segno evidente del cambio orario sarà una minore luminosità diurna, con il sole che tramonterà naturalmente un’ora prima al pomeriggio.

Effetti indesiderati dell’ora solare e del suo ritorno sono rappresentati da irritabilità, stanchezza, difficoltà a concentrarsi, abbassamento dell’umore. Si stima infatti che circa 12 milioni di italiani possano soffrire di qualche disagio legato al cambio dell’ora. «L’effetto del cambio di orario sulle persone può essere molto diverso da persona a persona – afferma lo psichiatra Michele Cucchi, direttore scientifico del Centro Medico Sant’Agostino di Milano – soprattutto in funzione del loro essere costituzionalmente più “gufi” o “allodole”: i primi, più simili agli animali notturni, prediligono lavorare e essere attivi alla sera; mentre le allodole, per le quali “il mattino ha l’oro in bocca”, hanno una spiccata propensione a rendere maggiormente nelle prime ore della giornata». E saranno proprio le “allodole”, le persone più mattiniere appunto, «a risentire di più del cambio dell’ora legale». Un umore cattivo potrebbe scaturire anche dalle minori ore di luce. Questo perché la luce aiuta il cervello a secernere la serotonina, l’ormone del buonumore.

Un fattore importante che modula l’effetto dei ritmi biologici sulla performance è l’età. «Spesso i giovani hanno un profilo ad alta performance alla sera, mentre i meno giovani prediligono partire con il piede giusto alla mattina presto – aggiunge Cucchi -. I meno giovani sono inoltre più resistenti alla riduzione delle ore di sonno e riescono a rendere meglio anche quando dormono poco».