Sono passati ben 14 anni dall’ondata di gelo e neve più intensa avvenuta nel mese di Aprile dal dopo guerra ad oggi. Tra il 6, 7 e l’8 Aprile del 2003 si consumò l’ultimo respiro gelido dell’inverno, a primavera ormai iniziata e in maniera totalmente inaspettata nel Mediterraneo. Solo nell’Aprile del 1956 accadde qualcosa di simile, ma per certi versi l’evento del 2003 è decisamente superiore.
La configurazione che permise la discesa del gelo verso le nostre latitudini fu abbastanza classica, come spesso avviene nell’inverno italiano : l’alta pressione delle Azzorre si rafforzò a punto tale da collegarsi con una cella alto-pressoria sviluppatasi sulla Scandinavia ( scand + ) formando così un ponte anticiclonico capace di “forzare” il movimento del gelo russo verso l’Europa meridionale. Movimenti di questo genere è facile osservarli in inverno, molto meno in primavera quando solitamente il gelo inizia a latitare sul territorio europeo.
La massa d’aria gelida cominciò a muoversi in retrogressione ( da est verso ovest, in maniera “innaturale” rispetto al normale moto delle correnti dell’emisfero boreale che va da ovest verso est) attorno al 4 aprile e giunse sull’Italia a partire dalla sera del 6. L’evento fu molto intenso e proprio per questo raro e incredibile : tra il pomeriggio e la sera del 6 aprile giunse il primo fronte freddo che provocò un tracollo delle temperature e l’arrivo della neve sulle regioni adriatiche centrale a quote via via sempre più basse. La bora cominciava a soffiare in maniera impetuosa soprattutto sul nord-est.
Il nocciolo gelido giunse il 7 aprile e fu il responsabile del calo definitivo delle temperature che permise l’arrivo della neve in pianura sul centro-sud e sul lato adriatico. Le temperature crollarono vertiginosamente su Alpi e Appennini a causa dell’ingresso dell’isoterma -9 a 850 hpa (circa 1400 metri di quota), un evento assolutamente unico nel mese di Aprile. Sulla Marmolada si toccarono i -26°, mentre lo Stelvio scese a -20°. Sul Cimone e sul Terminillo la temperatura era precipitata a -10°, mentre in pianura Padana le temperature notturne oscillavano tra i -1 e i -4 °C complici i cieli sereni. Sul Gran Sasso si verificò una lunga e violenta tempesta di neve durata oltre due giorni, tutto con venti di bora che raggiungevano i 120 km/h.
I fiocchi di neve giunsero sino a quote bassissime, a macchia di leopardo, anche su Toscana e Lazio, ma furono le regioni adriatiche ad osservare le nevicate più copiose. Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, colline campane e Calabria si svegliarono l’8 aprile sotto una spessa coltre di neve che localmente superava anche i 30 cm a quote bassissime. Tutto bianco sulle coste pugliesi sino a Polignano a Mare, Bari compresa dove caddero circa 5 cm di neve nella notte dell’8 Aprile.
Ma non finisce qui! La perturbazione riuscì a coinvolgere anche le regioni del nord grazie alla formazione di una ritornante instabile : tra 7 e 8 aprile la neve cadde in maniera copiosa lungo tutte le coste dell’adriatico imbiancando Termoli, Pescara, Ancona, Rimini, Venezia. La neve scese anche su Cesena, Bologna, Parma, Brescia, Verona, Ferrara e Ravenna. La notte tra 7 e 8 Aprile i cieli tornarono a rasserenarsi al nord favorendo il crollo delle temperature sotto lo zero, mentre la neve continuava ad imperversare al centro-sud.
La mattina dell’8 aprile Termoli registrò un eccezionale accumulo di ben 30 cm di neve in spiaggia con una temperatura di 0 °C. I rovesci di neve, nel corso dell’8 aprile, raggiunsero anche città come Brindisi e Lecce, permettendo locali imbiancate come mai si era visto da queste parti nel mese di aprile. Nevicò copiosamente anche sulle colline calabresi e siciliane.
Bastarono poche ore tuttavia per cancellare quanto avvenuto in oltre due giorni : l’irruzione gelida terminò la sera dell’8 aprile e col ritorno dell’alta pressione e del tepore primaverile tipico di questo mese le temperature salirono in maniera repentina di oltre 10/15 °C favorendo uno scioglimento rapido della neve. Dopo pochi giorni tutto tornò alla normalità, ma un evento storico come questo difficilmente sarà dimenticato!