Un crollo ha interessato la montagna più alta del Mondo: si tratta di una parete rocciosa verticale di una dozzina di metri, considerata l’ultimo grande “ostacolo” prima della vetta dell’Everest.
Ad annunciarne il crollo è stato, su Twitter, l’alpinista britannico Tim Mosedale, impegnato in una spedizione che lo scorso 16 maggio lo ha portato per la sesta volta sulla cima più alta del mondo. L’ipotesi più probabile è che il crollo sia stato una conseguenza del forte terremoto che ha colpito il Nepal nel 2015, ma soltanto ora l’assenza della parete rocciosa, generalmente ricoperta da molta neve e ghiaccio, viene alla luce.
La parte crollata era famosa con il nome di Hillary Step: consentiva la scalata alla vetta dalla via di sud-est ed era situata a quota 8’760 (la cima è 8’848). Su questa parete, nei momenti di maggiore affluenza, si formavano vere e proprie colonne di scalatori in attesa del loro turno. La sua assenza, per gli esperti, complicherà ulteriormente il compito della scalata completa dell’Everest.
La stagione in corso, peraltro, non è delle migliori e il bilancio è già tragico: 4 scalatori morti nel weekend e 6 nell’ultimo mese, fra i quali il famoso Ueli Steck.