La Primavera ormai giunta quasi al termine sta per passare alla storia come una delle stagioni più secche degli ultimi decenni. In alcune zone d’Italia la più arida a memoria d’uomo.
Merito di una anomalia barica e termica che ha portato l’anticiclone di matrice sub-tropicale a stazionare con persistenza sul nostro territorio, in particolare sulle regioni centro-settentrionali.
Ora siamo ormai prossimi all’estate e apparte i temporali di breve durata generalmente a carattere pomeridiano-serale, è consuetudine attendersi giornate stabili e soleggiate: le basi di questa siccità sono per lo più da cercare nei mesi passati, anche nella stagione invernale e a inizio primavera, quando sono mancate perturbazioni organizzate in grado di distribuire notevoli quantitativi di pioggia, essenziali per la vita dei terreni e per l’agricoltura italiana. Non a caso, le precipitazioni primaverili sono state mediamente il 50% inferiori rispetto al normale, dopo un inverno anch’esso siccitoso.
Proprio l’agricoltura, in molte aree del territorio italiano, è in ginocchio, a causa dell’assenza di precipitazioni troppo prolungata. Si stima che i danni siano già di oltre 1 miliardo d’euro. Per non parlare dell’allevamento e delle varie attività correlate che vengono influenzate negativamente dalla siccità.
La situazione è grave da tempo ma ora si inizia a parlarne di più anche perchè in varie regioni italiane sono state avviate, o stanno per esserlo, delle procedure per il razionamento dell’acqua al fine di tutelarne la risorsa. La Toscana e l’Emilia Romagna hanno chiesto al governo lo stato d’emergenza e sono ufficialmente in allarme rosso: sono due delle regioni più colpite, ma la situazione è critica anche in molte altre zone d’Italia, fra cui Lombardia, Veneto, Sardegna, Campania, Calabria.
Oggi in Italia, spiegano dal Wwf, “circa un quinto del territorio viene ritenuto a rischio desertificazione: quasi il 21% del territorio del quale almeno il 41% si trova nelle regioni dell’Italia meridionale, come Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia, ma sono coinvolte anche aree in altre regioni come l’Emilia Romagna, le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo”. E se la prospettiva delineata dagli esperti di cambiamenti climatici è una costante riduzione delle precipitazioni complessive, la strada da percorrere appare quella di rendere più efficienti i consumi d’acqua: ad Asolo, nel trevigiano, per esempio, il sindaco ha vietato la costruzione di nuove piscine private.
Oltre che sperare che perturbazioni cariche di pioggia vengano a far visita all’Italia quanto prima, sarà importante attuare le adeguate contromisure e le politiche più idonee a livello governativo, regionale e nazionale, per contrastare almeno in parte questa grave problematica, destinata ad aggravarsi.
Vogliamo chiudere con queste immagini elaborate dal Satellite Nasa che pongono il confronto fra la situazione odierna e lo stesso periodo di 1 o 2 anni fa. Evidente, dall’alto, la differenza di colorazione di ampie distese di terra, con molto meno verde e più marroncino, indice (in buona parte) di seccume.