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Precursori del terremoto : ferro e arsenico nelle sorgenti ci avvisano delle scosse?

3 Ottobre 2017, ore 12:25

Importanti novità giungono sul fronte terremoti. Potrebbero essere stati individuati dei precursori sismici nella composizione chimica delle acque. Parola agli esperti.

Precursori del terremoto/ Dopo attente e lunghissime ricerche sono stati individuati degli elementi che potrebbero risultare dei veri e propri “precursori sismici”. Questa volta la ricerca pare avere ottime fondamenta e quindi potrebbe essere in grado, in futuro, di dare finalmente indizi validi sulla previsione dei terremoti o di importanti sequenze sismiche. Cosa riguarda la ricerca?

Al centro della ricerca, condotta dal CNR, dall‘INGV e dagli esperti della Sapienza di Roma, vi sono le acque delle sorgenti del centro Italia, in particolare sette sorgenti e un pozzo situati tra Sulmona e Popoli, in Abruzzo (a circa 70-100 km dall’epicentro di Amatrice). Ebbene tra Marzo e Aprile 2016 (quindi ben prima del sisma del 24 agosto 2016 che scolvolse il centro Italia) queste sorgenti si sono improvvisamente arricchite di ferro, vanadio e arsenico. La loro concentrazione è aumentata di ben 20 volte, inoltre si è accentuata anche l’acidità e la presenza di anidride carbonica. Queste concentrazioni sono aumentate anche dopo la forte scossa.

Adesso, a distanza di oltre un anno dal sisma principale e dopo oltre 76.000 scosse di varia magnitudo, i valori sono rientrati nella norma.

Secondo gli esperti la situazione si fa molto interessante e potremmo realmente trovarci davanti ad indizi concreti che possono portare alla scoperta dei famigerati “precursori sismici”, argomento di gran discussione negli ultimi anni.

A tal proposito interviene Andrea Billi, dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr : “La terra, prima di un terremoto, potrebbe mandarci dei segnali. È possibile che nelle falde vicine alla superficie penetrino acque profonde, modificandone la composizione chimica”. Poche settimane prima del terremoto di Kobe del 1995, un ricercatore cominciò delle ricerche sulle acque della zona e noto un valore di radon quattro volte superiore al normale.

“Un collega mi ha raccontato – aggiunge Billi – di aver comprato dell’acqua minerale dopo la scossa di Van (in Turchia) nel 2011. Era stata imbottigliata prima del sisma e conteneva valori anomali”.
Marco Petitta, idrogeologo alla Sapienza, afferma che dopo il terremoto dell’Aquila del 2009 la circolazione idrica sotterranea variò ed un fenomeno molto simile avvenne anche in Irpinia nel 1980 (aumentò anche la portata delle sorgenti).

Precursori del terremoto, variazioni chimiche delle sorgenti alla base dei terremoti?

Nonostante ciò, i segnali lanciati dalle acque non sono mai stati considerati dei buoni precursori sismici, in quanto si tratta di messaggi troppo imprecisi e spesso indecifrabili. Marino Domenico Barberio, dottorando alla Sapienza, ha deciso di analizzare con estrema attenzione i pozzi di Sulmona prelevando sin dal 2015 campioni dalle sorgenti di Sulmona. Persino Petitta, suo professore, era titubante riguardo questa ricerca, in quanto rischiava di non avere buoni risultati per la tesi.
Prosegue Petitta “Le zone di monitoraggio sono state scelte per la loro storia sismica, senz’altro turbolenta. L’estensione dell’Appennino che ha causato la sequenza di Amatrice ha aperto nel sottosuolo delle fratture a circa 10 chilometri di profondità. Nelle sorgenti idriche a 3-4 chilometri – spiega Petitta – si sono infiltrate acque profonde, più acide perché contenenti anidride carbonica e ricche di elementi vulcanici, idrotermali. Questi elementi però non sono validi per ogni luogo. Ogni sito potrebbe avere la sua impronta. L’unico modo per accertarlo è il monitoraggio di aree estese e per tempi lunghi”.

Dunque ora è auspicabile l’installazione di una rete di monitoraggio delle sorgenti, esattamente come sta già avvenendo in Cina in via sperimentale. Sarebbe un’opera senz’altro impegnativa, ma sicuramente di grande utilità per proseguire le ricerche sui possibili precursori sismici.