Buone notizie per chi soffre di mal di testa. Secondo una ricerca condotta dall’ospedale di Sant’Andrea di Roma, infatti, la tecnica orientale dello shiatsu sarebbe molto indicata per trattare l’emicrania, che affligge numerosissime persone nel mondo.Il professore Francesco Orzi e i suoi ricercatori hanno pubblicato su Neurological Sciences i dettagli di uno studio pilota durato 3 anni per verificare l’efficacia e la sicurezza della combinazione fra shiatsu e trattamento farmacologico a base di amitripilina.
Fulvio Palombini, docente di Tecniche Riabilitative Manuali all’Università La Sapienza di Roma, commenta: «Nonostante si tratti di un primo riscontro empirico, appare con evidenza la validità del trattamento manipolativo sul corpo umano. Nessuno intende sostituirsi alla cosiddetta medicina tradizionale, né denigrare l’uso del farmaco, che in molti casi mantiene la sua importanza. Piuttosto intendiamo dimostrare l’esistenza di valide metodiche naturali per la cura di emicrania e cefalee e i loro riscontri positivi. Lo shiatsu – aggiunge Palombini, che ha partecipato allo studio – è una tecnica talmente semplice quanto efficace che andrebbe praticata in tutte le strutture sanitarie adibite alla cura dell’emicrania, grazie al coinvolgimento di infermieri, fisioterapisti, ma anche dei pazienti stessi grazie a semplici esercizi. Palombini ha citato un caso interessante, di un adolescente che ha causa della forte emicrania non riusciva da mesi ad andare a scuola, ma dopo alcuni trattamenti di shiatsu era riuscito a migliorare notevolmente il problema ritornando ai suoi studi.
C’è ancora molto da scoprire nel settore, afferma l’esperto, ma si tratta di una strada molto interessante che va a approfondita, senza sottovalutare le potenzialità che questa semplice terapia manuale possiede sul corpo umano.
Lo Shiatsu (指圧? da shi = dito e atsu = pressione), diffuso in Giappone sin dal VI secolo, è una pratica manuale manipolatoria che stimola nel ricevente (“ukè” = colui che riceve con rispetto) un processo di autoguarigione (il corpo reagisce da solo). Attraverso questo trattamento manipolatorio durante il quale vengono effettuate pressioni sostenenti, costanti e perpendicolari sul corpo del ricevente avvalendosi soprattutto dei polpastrelli, ma anche di gomiti, piedi, ginocchia e palmi delle mani, l’operatore (“torì” = colui che opera con rispetto) contatta la vitalità (“chi” o “ki”) del ricevente favorendone il suo fluire naturale. La forza vitale, o “chi”, è la capacità che ogni organismo vivente ha di mantenere un equilibrio e di mantenere stabili le sue funzioni vitali. Questa disciplina affonda le sue radici nelle forme di manipolazione e massaggio tradizionali cinesi, come lo am-ma, lo an-fa, il tuina.