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Previsioni Meteo : segnali dall’alto, imponente Stratwarming in arrivo, finale d’inverno al gelo?

8 Febbraio 2018, ore 17:02

Imponente stratwarming in atto, sarà coinvolta anche la troposfera! Finale d’inverno con grossi colpi di scena?

La prima parte dell’inverno è risultata nel complesso anonima e priva di particolari ondate di freddo e soprattutto di maltempo, fattore che ha contribuito ad un sensibile aumento della siccità su buona parte del nostro territorio. Eloquente il mese di gennaio, risultato tra i più secchi e meno freddi degli ultimi decenni in Italia!

L’assenza di perturbazioni cariche di piogge e soprattutto l’assenza di freddo importante sul Mediterraneo sono il frutto della particolare configurazione barica venuta a formarsi a livello emisferico : in particolare a “rovinare i piani” è stato il lobo del vortice polare canadese sempre estremamente attivo che ha impedito ogni tentativo di elevazione dell’anticiclone delle Azzorre in Atlantico. Di conseguenza l’anticiclone, non avendo forza e spazio per erigersi verso le alte latitudini, è stato più volte sospinto verso il Mediterraneo e verso l’Italia, regalando molte fasi stabili e secche mentre le perturbazioni scorrevano sull’Europa centrale. Una maggior dinamicità è stata presente nel mese di dicembre, ma comunque non abbiamo assistito a grosse ondate di freddo tranne che in una circostanza (che aveva regalato neve a bassa quota al centro-sud).

Febbraio è partito senza dubbio con un altro piglio grazie al ripristino delle correnti nord atlantiche e allo spostamento dell’anticiclone delle Azzorre sull’Atlantico centro-orientale. Questa nuova predisposizione delle figure bariche ha permesso l’arrivo di diverse perturbazioni e soprattutto il ritorno del maltempo e anche di nevicate a tratti a bassa quota. Ciò nonostante continua a mancare il vero freddo sul Mediterraneo centrale!

IMPORTANTE CAMBIO IN VISTA?

La prima parte dell’Inverno è stata caratterizzata da un vortice polare troposferico (la grande bassa pressione fredda che ruota attorno al polo nord) spesso compatto o comunque poco influente per il Mediterraneo e l’Europa meridionale in genere (sempre ricollegandoci al lobo canadese del vortice polare sempre troppo intenso). Con un vortice polare molto forte e compatto l’aria molto fredda non è in grado di scendere alle basse latitudini, soprattutto se parliamo di Europa dove è più difficile assistere a forti ondate di freddo a differenza di Stati Uniti e Asia.
Contemporaneamente abbiamo avuto a che fare anche con un vortice polare stratosferico molto forte e compatto, in grado di influenzare e rafforzare il suo corrispettivo dei piani più bassi.

///Ricordiamo che la troposfera è l’area più bassa del’atmosfera, alta mediamente circa 15 km, dove si sviluppano i fenomeni meteorologici come nuvole, piogge, nevicate ecc…; la stratosfera è lo strato dell’atmosfera presente subito sopra la troposfera e raggiunge anche i 50 km di altezza.///

Stratwarming nell’emisfero nord (fortissimo riscaldamento dell’aria in stratosfera)

La situazione tuttavia è destinata a cambiare drasticamente : il possente vortice polare stratosferico (situato oltre i 20 km di altezza), caratterizzato da temperature estremamente basse comprese tra i -60 e i -80°C, tenderà rapidamente a perdere forza per effetto di un repentino e drastico riscaldamento dell’aria. Stiamo parlando di un possente “ Stratwarming” (Riscaldamento della stratosfera) che causerà un innalzamento impressionante delle temperature, anche di oltre 60°C in appena 2-3 giorni. Questo evento è ormai certo  e avrà luogo nelle prossime 48 ore.

Questo riscaldamento estremo dell’aria porterà le temperature del vortice polare stratosferico sin verso i -10/-20°C e probabilmente anche sin verso lo zero in corrispondenza dei settori canadesi a seguito di altri “warming” che potrebbero concretizzarsi nel corso della prossima settimana.
L’evento potrebbe non passare inosservato sia a livello teorico (non accade tutti gli anni un riscaldamento stratosferico di questa portata) sia a livello pratico.

Questo strawarming, stando alle ultimissime elaborazioni dei modelli matematici, tenderà a propagarsi rapidamente verso le quote più basse in un brevissimo lasso di tempo (poco più di una settimana) portando effetti notevoli anche nel vortice polare troposferico, ovvero quello che maggiormente ci interessa. Questo notevole aumento delle temperature a quote via via sempre più basse potrebbe innescare un repentino indebolimento del vortice polare troposferico, favorendo la formazione di alte pressioni dinamiche (sorrette dall’alta pressione delle Azzorre, l’alta pressione delle Aleutine e l’alta pressione russo-siberiana) che permetterebbero la costante discesa di aria gelida polare alle latitudini più basse. 

Colori “accesi” sulla destra, dopo metà febbraio, segno del forte strawarming. Riscaldamento che potrà propagarsi anche alle quote più basse.

Quindi l’indebolimento estremo a cui potrebbe andar incontro il vortice polare ( a partire dalla metà di febbraio) implicherebbe un sensibile aumento di possibilità di assistere a intense fasi di freddo e gelo sull’Europa (soprattutto grazie alla presenza, già accertata, dell’anticiclone russo-siberiano).
Inoltre è anche molto probabile che questa situazione di totale debolezza del vortice polare, con conseguente forte dinamicità e clima molto freddo alle latitudini più basse, possa persistere sino al termine di marzo. Insomma l’inverno potrebbe realmente aprire i battenti proprio sul finire della stagione (tra metà febbraio e la fine di marzo, e forse avere ripercussioni anche sulla primavera).

Impossibile ora definire quali saranno le zone più colpite dalle fredde masse polari e soprattutto in quali momenti. Questo lo sapremo solo nei prossimi giorni, ricordando sempre che ci troviamo in un sistema estremamente caotico dove piccoli fattori sono in grado di determinare enormi differenze anche nel raggio di pochi chilometri. Ciò che possiamo dire al momento è che l’Europa potrebbe vivere una lunga fase di gelo e neve come da anni non si verificava, esattamente come non avveniva da annate storiche come il 1985 o il 1929, anch’esse caratterizzate da fortissimi stratwarming.