Binomio terribile di eventi in Giappone. Paese in ginocchio per il tifone Jebi e il terremoto in Hokkaido. Aumentano le vittime.
Si aggrava sempre più il bilancio delle vittime in Giappone a seguito del potente terremoto di magnitudo 6.7 sulla scala richter avvenuto mercoledi 5 settembre, mentre era in atto un altro flagello naturale come il tifone Jebi. Il primo ha colpito l’isola di Hokkaido, sul Giappone settentrionale, mentre la tempesta si è abbattuta sulle coste occidentali.
Le vittime causate dal tifone sono almeno 11, mentre quelle del terremoto, stando agli ultimi aggiornamenti, sono arrivate a 30. La maggior parte delle vittime arriva dalla piccola città di Atsuma, vicina all’epicentro del terremoto, a causa di una frana spaventosa che ha travolto il centro abitato. Ci sono anche 9 dispersi sotto tonnellate di fango e detriti stando a quanto emerso dai Vigili del Fuoco della zona.
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SI È TRATTATO DELLA LIQUEFAZIONE DEL SUOLO
Non è molto corretto parlare di “frane”, in quanto si è trattato di un fenomeno decisamente più pericoloso e inaspettato : stiamo parlando della “liquefazione del suolo”. Praticamente le colline poste alle spalle di Atsuma, ma anche in altre zone dell’isola, si sono letteralmente sciolte causando vere e proprie colate di fango che hanno travolto case e abitazioni, provocando poi la maggior parte delle vittime.
Come è stato possibile questo fenomeno? Sicuramente hanno inciso le piogge delle ore precedenti causate dal tifone che imperversava sul Giappone : col sottosuolo ormai saturo d’acqua è bastato lo scuotimento del terremoto per far risalire in superficie quell’acqua che ha poi reso altamente instabile i versanti montuosi, venuti giù come durante un’alluvione. In pratica la superficie delle colline e anche dei terreni nei pressi delle abitazioni si sono liquefatti causando il crollo degli edifici che, col terremoto iniziale non avevano subito grossi danni.
Come avviene la liquefazione del suolo?
Durante un forte terremoto il sottosuolo viene sottoposto a forti sollecitazioni e ciò provoca un aumento delle pressioni interstiziali fino ad eguagliare la tensione soprastante. In quel preciso momento viene annullata la resistenza ed il terreno si comporta come un fluido provocando l’immediata risalita verso la superficie del fango. Lo stesso fenomeno avvenne anche in Italia nel terremoto del 2016 nel maceratese (guardate qui i video).