Allarme polmonite in Lombardia: 150 casi e 2 morti sospette
Preoccupa l’improvvisa epidemia di polmonite che negli ultimi giorni è scoppiata al Nord, in particolare nella provincia di Brescia. Centoventuno le persone ricoverate al pronto soccorso con sintomi e diagnosi che rispondono alla polmonite, malattia dei polmoni e del sistema respiratorio caratterizzata dall’infiammazione degli alveoli polmonari.
L’area finora interessata è quella della Bassa Bresciana e di alcuni paesi al confine con l’alto Mantovano, tra i comuni di Calvisano, Carpenedolo, Montichiari, Acquafredda, Desenzano e Gavardo. A essere preso d’assalto soprattutto l’ospedale di Montichiari.
Al momento non si spiegano le cause di questo importante picco della malattia. Medici e tecnici stanno cercando di capire se ci sia una correlazione fra tutti questi casi. Se ci sia una fonte di contagio unica. E se, vista la sintomatologia non tradizionale, si sia in presenza di polmonite comunitaria, presa cioè tra le mura domestiche e causata dal batterio della legionella.
Il batterio legionella, infatti, negli ultimi mesi ha destato parecchia preoccupazione a Bresso. I casi di contagio sono saliti fino 48 e 4 persone sono morte. Ma mentre i medici cerano di capire cosa abbia scatenato questa epidemia di polmonite, non si può ancora dire per certo che c’entri la legionella. Anche se è stato appurato che questo batterio ha contagiato due dei pazienti da ieri ricoverati in Rianimazione all’ospedale Civile di Brescia e le loro condizioni si sono aggravate.
Intanto, sono stati disposti accertamenti sulle morti di un 85enne di Carpenedolo e di una 69enne di Mezzane di Calvisano, nel Bresciano, per valutare se i decessi siano collegati ai casi di polmonite. Entrambe le morti nel distretto interessato dei casi di polmonite, però, non sono dovute a legionella”. Lo ha detto il sindaco di Carpenedolo, Stefano Tramonti, dopo che era stata disposta l’autopsia sui corpi.