Grandinata storica su Roma, enormi cumuli di ghiaccio per le strade. Un evento record per la capitale.
Nella serata di domenica 21 ottobre 2018, tra le 19.30 e le 21.00, Roma è stata teatro di un evento meteorologico davvero impressionante che sicuramente resterà negli annali della capitale sia per intensità che per violenza dei fenomeni. Abbiamo documentato l’evento in diretta mostrandovi numerosi video e foto davvero incredibili che testimoniano l’inaudita violenza del temporale.
È stato proprio un temporale a mandare in tilt buona parte della città di Roma, specie i quartieri orientali e settentrionali : oltre alla pioggia, davvero intensa, è giunta anche la grandine caduta in quantità straordinarie, tutto accompagnato da venti molto forti e migliaia di fulmini. Insomma a primo impatto sembrerebbe davvero un temporale “anomalo”, di entità eccezionale come raramente se ne vedono da queste parti. Ovviamente senza scomodare insensate teorie del complotto, vi diciamo subito che si è trattato sicuramente di un evento straordinario, ma comunque naturale e innescato da una serie di coincidenze e cause concatenate.
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Come potete vedere dal video registrato oggi pomeriggio in zona Tor Sapienza, a quasi un giorno di distanza dall’evento, è ancora presente tantissima grandine compattata in grossi cumuli di ghiaccio. Insomma questo ci fa capire quanta grandine sia caduta ieri sera in pochi minuti su diversi quartieri della Capitale (tra Tor Sapienza, Prenestino e Viale Alessandrino). In effetti dalle numerose foto e dai video giunti in redazione è facile constatare come siano caduti diffusamente almeno 5/10 cm di grandine, con picchi localizzati fino a 40 cm specie in corrispondenza degli avvallamenti. Anche le dimensioni dei chicchi non sono state banali : in alcuni momenti sono precipitati chicchi dal diametro di 3-4 cm in grado di provocare danni ingenti.
COSA È SUCCESSO? GENESI DELL’EVENTO STORICO
Il temporale che ha colpito Roma è stato un episodio circoscritto e molto violento : ovvero si è trattato di un fenomeno localizzato e non molto esteso, che però ha raggiunto carattere di eccezionalità. Questo è stato possibile grazie all’ambiente estremamente favorevole in cui trovavamo da una parte aria decisamente fredda e dall’altra aria più calda e umida. I contrasti sono stati molto accesi ed hanno permesso la genesi di questo fenomeno localizzato e violento, come evidente anche dalla moviola del radar che mostra la nascita improvvisa della cella temporalesca e il suo successivo spostamento verso sud.
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Il temporale si è sviluppato a seguito dell’ingresso, sul Lazio, della massa d’aria fredda in alta quota che ieri mattina aveva attraversato il Triveneto. Una volta giunta sul Lazio, la massa d’aria fredda frontale (che presentava temperature fino a -26°C a 5000 metri di quota) è entrata in contrasto con il flusso più caldo e umido pre-frontale che giungeva dai quadranti meridionali e che scorreva sul mar Tirreno sin verso Lazio e Campania. Un classico gioco di scambi di calore alla base della formazione di tutti i cicloni extra-tropicali tipici delle nostre latitudini (vortice ciclonico tutt’ora ben visibile dal satellite, sul centro-sud Italia).
Dunque come avete potuto ben immaginare il Lazio è stato il settore, ieri sera, maggiormente disposto ad ospitare temporali molto intensi proprio perchè si trovava sul punto di convergenza tra aria fredda e aria calda. Tuttavia non è l’unica motivazione : molto probabilmente sono risultati determinanti altri due fattori, ovvero una “dry intrusion” e l’isola di calore di Roma.
La “dry intrusion” rappresenta una massa d’aria fredda e molto secca proveniente dalla bassa stratosfera, legata alla perturbazione giunta dai Balcani. Questa massa d’aria, essendo nettamente più pesante rispetto alle masse d’aria circostanti e trovando sul Lazio un’area con forte divergenza, tende a scendere di quota sin tanto da raggiungere le zone medio-alte della troposfera ed entrando di conseguenza nel “ciclo vitale” delle nubi e dei fenomeni meteorologici (che, ricordiamo, si formano solo nella troposfera).
Questa “intrusione di aria fredda e secca” ha esasperato il “gradiente termico verticale” e parallelamente anche il “gradiente igrometrico verticale” tra l’alta troposfera e il suolo : ovvero in pochi minuti è diventata troppo grande la differenza di temperatura e umidità tra il suolo e le alte quote. Difatti sul Lazio, poco prima del temporale, erano presenti temperature tra i 20 e i 24°C, quindi ben più alte rispetto alle temperature situate a 5000 o 7000 metri di quota (inferiori ai -26 / -30°C). La presenza di questo forte divario termico e igrometrico ha instaurato moti convettivi estremi che hanno donato al temporale tantissima energia grazie alla risalita di tutta l’aria calda e umida sin verso le alte quote, a gran velocità. Inoltre la presenza di un “wind shear” (cambiamento di velocità e direzione del vento con l’aumentare della quota) abbastanza pronunciato ha conferito una “rotazione mesociclonica” al temporale : dunque è molto probabile che si sia trattato di una supercella temporalesca.
Ultimo fattore e probabilmente quello maggiormente incisivo : l’isola di calore di Roma. Il temporale si è sviluppato nel momento in cui la massa d’aria fredda ha raggiunto la periferia nord di Roma e si è intensificato in pochissimi minuti a grande velocità durante il suo scorrimento sulla Capitale. La temperatura di Roma, più alta di alcuni gradi rispetto alle aree circostanti, ha ulteriormente inasprito il “gradiente termico verticale” sollecitando moti convettivi ancora più marcati e, in questo caso, letali. L’intensità del temporale e la presenza di moti convettivi così pronunciati ha permesso la nascita di estese e violente grandinate che hanno letteralmente paralizzato la capitale.