Il vento ha distrutto oltre 300 mila alberi sull’altopiano di Asiago. “Come nella grande guerra”. Video a fine pagina.
La perturbazione atlantica che ha colpito l’Italia nei giorni scorsi è stata sicuramente una delle più intense degli ultimi anni. Abbiamo parlato a lungo, attraverso vari articoli, dei danni causati soprattutto dal vento, su vaste aree del territorio italiano. Vento generato dalla bassa pressione estremamente profonda che si è instaurata sul Mediterraneo, favorendo raffiche di scirocco prossime o addirittura superiori ai 150 km/h.
Il vento è proprio la causa della devastazione di ampie porzioni di boschi in Veneto e in Trentino Alto Adige, fra le regioni più colpite da questa eccezionale ondata di maltempo. Secondo gli ultimi aggiornamenti e in base alle verifiche effettuate nelle ultime ore, si tratta di una vera ecatombe per i boschi dell’altopiano vicentino.
I danni sarebbero paragonabili solo a quanto avvenne con la Grande Guerra: 300 mila, si ritiene, gli alberi schiantatisi a terra o spezzati. Il 10% del patrimonio boschivo altopianese. La devastazione avrà ripercussioni economiche – sulle casse comunali e sulle ditte di legname – e ambientali per almeno un decennio. Dal limite orientale dell’Altopiano con Marcesina fino alla zona della Val d’Assa i boschi portano i segni delle raffiche di vento che hanno flagellato l’Altopiano fra Domenica e Lunedì.
«La piana di Marcesina non c’è più – è il commento del sindaco di Enego, Ivo Boscardin, sconvolto – Stiamo parlando di oltre mille ettari di boschi andati completamente distrutti. I danni all’ecosistema sono incalcolabili. Nemmeno la guerra aveva ridotto Marcesina così». In Val d’Assa, lungo la strada provinciale per Trento, la foresta è letteralmente piegata su se stessa. Stessa strage nella zona delle Melette, tutt’intorno alla stazione sciistica e anche verso i boschi di Foza. «Scene da bomba atomica – racconta l’assessore al patrimonio di Asiago, Diego Rigoni – Sono stati vanificati cent’anni di ricostruzione boschiva e pianificazione forestale».
Impressionanti le immagini che vi mostriamo, le quali rimarcano l’eccezionalità della perturbazione giunta sulla nostra penisola.
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