Home > Meteo News > Clima : il grande freddo medievale e l’anno 536 senza estate. Scoperte le cause

Clima : il grande freddo medievale e l’anno 536 senza estate. Scoperte le cause

22 Novembre 2018, ore 21:15

Abbiamo sempre sentito parlare delle “mini” ere glaciali verificatesi nel corso della storia, anche recente, in diverse aree del nostro pianeta : anni o addirittura decenni davvero gelidi, anni totalmente privi d’estate, nevicate in zone dove sarebbe impossibile osservarla…insomma periodi decisamente anomali ed estremi che da sempre si intersecano col normale ciclo climatico terrestre. La più famosa è la PEG del secondo millennio, che durò diverse decadi, ma ci sono altri piccoli periodi davvero molto freddi e anomali che sino ai giorni nostri sono rimasti avvolti dal mistero.

Stiamo parlando dell’anno 536 d.C, quando l’estate decise di non cominciare mai su Europa e Asia causando danni estremi all’agricoltura e all’economia di quell’importante fase del Medioevo.
Una fitta nebbia oscurò il Sole, rendendolo luminoso come lo è solitamente la Luna, facendo piombare molte aree dell’emisfero boreale nel buio e nel freddo. Durante l’estate del 536 riuscì a nevicare in molte aree dell’Europa e dell’Asia, anche a bassa quota, come raramente è successo nella storia. Dall’Europa alla Cina l’agricoltura fu devastata : le coltivazioni resero pochissimo e milioni di persone fecero i conti con gravi carestie. Quella situazione ebbe conseguenze anche negli anni seguenti sulla qualità della vita delle persone, tanto che nel 541 si diffuse la peste bubbonica tra Egitto e Impero Bizantino, la quale causò la morte di 25 milioni di persone.

Per quasi 16 secoli e sino a poche settimane fa le cause di quell’improvviso cambiamento climatico sono rimaste un mistero : negli ultimi giorni è stata pubblicata una ricerca sulla rivista Antiquity che offre un’interessante teoria che è stata sin da subito condivisa dal mondo culturale e scientifico (sia dai climatologi che dagli storici). 
L’anomalo anno 536 è sempre stato oggetto di studio e questo ricercatori, archeologi, storici e climatologi lo sanno benissimo dato che si è trattato di un anno fondamentale del Medioevo che ha caratterizzato pesantemente i successivi momenti della storia, sia europea che asiatica.
Negli anni ’90 ebbero inizio i primi studi articolari sulle reali cause del grande freddo di quegli anni : furono analizzati gli anelli di accrescimento di alcuni alberi secolari al fine di comprendere come la loro crescita fosse stata condizionata dai cambiamenti del clima. Queste analisi diedero conferme sull’effettivo arrivo di un lungo periodo freddo e anomalo, ma non diedero altri indizi per scovare le sue effettive cause.

LE CAUSE DELL’ANNO SENZA ESTATE

Ricerche ancor più approfondite si sono svolte negli ultimi anni : esattamente nel 2013 un gruppo di ricercatori dell’Università del Maine (USA) ha analizzato un campione di ghiaccio prelevato nei pressi della “Punta Gnifetti”, una delle cime più alte del Monte Rosa tra Italia e Svizzera. Il ghiaccio ha la capacità di trattenere e conservare per secoli e millenni, intatte, le sostanze disperse in atmosfera e che successivamente cadono al suolo. Un ghiacciaio come quello del Monte Rosa rappresenta un vero e proprio pezzo di storia millenaria così come ogni altro vecchio ghiacciaio terrestre.

Il campione di ghiaccio prelevato dal Monte Rosa è lungo quasi 72 metri e contiene informazioni davvero preziose su oltre 2000 anni di storia, in grado di farci capire come si è evoluto il clima nel corso dei secoli. Utilizzando tecniche raffinate d’analisi, tramite dei laser, è emersa la presenza di tracce di materiale vulcanico compatibile con le rocce vulcaniche dell’Islanda. Lo stesso campione è stato poi ritrovato nei ghiacciai della Groenlandia, sempre nella “fetta” di ghiaccio risalente al 536.

Dunque è molto probabile che dietro quell’improvviso raffreddamento climatico ci sia stato lo zampino di una fortissima eruzione islandese, così grande da disperdere in atmosfera enormi quantità di pulviscolo e detriti. Secondo i ricercatori le polveri furono trasportate su tutta Europa e a seguire anche in Asia in seno a perpetui moti d’aria che vanno da ovest verso est. Per le conferme definitive bisognerà analizzare altri campioni prelevati da Europa e Islanda.