Terremoto Irpinia – Il 23 Novembre del 1980, alle 19:34, una devastante scossa di terremoto di magnitudo 6.9 della scala Richter si fece sentire intensamente in tutto il Centro Sud.
L’epicentro fu individuato in Campania e più precisamente tra i comuni di Teora e Castelnuovo di Conza. I danni maggiori furono registrati tra la Campania e la Basilicata, ma si registrarono crolli e feriti in tutto il Centro Sud italiano. L’entità della scossa e della devastazione da essa generata non furono colte tempestivamente dai media nazionali, solo la mattina del 24 Novembre, tramite un elicottero, vennero rilevate le reali dimensioni del disastro. Uno dopo l’altro si aggiungevano i nomi dei comuni colpiti; interi nuclei urbani risultavano cancellati, decine e decine di altri erano stati duramente danneggiati. Alla fine dei conti, furono circa 3.000 i morti e oltre 280.000 gli sfollati. Numero altissimo se pensiamo alle vittime degli ultimi forti terremoti italiani (l’Aquila e Amatrice).
I soccorsi, rispetto a quanto accade oggi, furono disorganizzati e frammentati. Infatti, ancora non esisteva un corpo di Protezione Civile nazionale organizzato come lo è oggi, tantomeno una rete di monitoraggio, allerta e soccorso come quella odierna. Lunga e tumultuosa fu anche la fase di ricostruzione e inchieste che ne seguirono. Basta pensare che ancora oggi esistono sfollati del terremoto dell’Irpinia che vivono in container o abitazioni di emergenza. Con la speranza che il sistema di prevenzione, di ricostruzione antisismica e dei soccorsi venga resa sempre più efficace, rivolgiamo il nostro pensiero alle vittime di uno dei terremoti più disastrosi che la storia italiana ricorda.