Continuano ad arrivare poche e frammentarie notizie sull’incidente nucleare avvenuto lo scorso 8 Agosto nel poligono marittimo di Nyonoksa, nell’estremo nord della Russia.
Secondo le ultime informazioni, diffuse dall’agenzia meteorologica Rosgidromet, il livello delle radiazioni nella città russa di Severodvinsk sarebbe cresciuto di 16 volte dopo l’esplosione nella base militare. Lo rivela l’agenzia di stampa Tass, citando l’agenzia metereologica russa.
A conferma di ciò, le autorità avrebbero raccomandato ai residenti della vicina Nyonoksa di lasciare il villaggio a partire dal 14 agosto, mentre vengono effettuate le operazioni di messa in sicurezza del sito. Nell’incidente – che stando a quanto riferiscono le autorità sarebbe avvenuto durante un test missilistico su una piattaforma – sono morte sette persone (inizialmente si era parlato di due vittime).
Appena dopo l’incidente, il ministro della difesa russo aveva minimizzato circa la pericolosità delle radiazioni, assicurando che i livelli erano rimasti “nella norma”. Fin da subito però, le autorità locali di Severodvinsk avevano parlato di un picco temporaneo nelle rilevazioni radioattive, mentre secondo Greenpeace i livelli erano cresciuti di almeno 20 volte. Ora, l’agenzia metereologica di stato parla di un aumento di 16 volte.
L’incidente sta allarmando non poco, dunque, la popolazione russa, soprattutto quella dell’area più vicina alla base militare interessata. Inoltre la vicenda ha sollevato non poche domande sui test nucleari effettuati dalla Russia e alcuni hanno sollevato il timore di un possibile programma segreto di armi.
L’agenzia Tass – citando anonime fonti mediche – riporta inoltre che i dottori che hanno curato le vittime dell’incidente nucleare sono stati mandati a Mosca per alcuni esami clinici. Secondo le fonti, ai medici sarebbe stato chiesto di firmare un accordo per mantenere il riserbo su quanto accaduto nell’incidente.
Si resta nel campo delle congetture, in assenza di notizie certe e chiare. Secondo Leonid Bershidskij, noto editorialista dell’agenzia di stampa Bloomberg, “non bisognerebbe fare ipotesi neppure riguardo al minore e meno preoccupante degli incidenti nucleari. Né è ammissibile che ci vogliano giorni per ammettere che c’è stato un incidente radioattivo“. “Sebbene quel che è accaduto ad Arkhangelsk non sia una seconda Chernobyl“, sostiene l’analista russo, “le autorità avrebbero dovuto fornire spiegazioni chiare“. Altrimenti “è irragionevole aspettarsi che la gente creda a un governo che tiene le sue carte così coperte, e non per la prima volta”.